Di Roberto Alajmo
(Dall'Unità)
pubblichiamo dal blog "Penultima ora" per gentile concessione dell'autore
Quando alla prossima occasione si tratterà di calcolare la superficie dello Stato italiano, bisognerà ricordarsi di sottrarre almeno una piccola area di giurisdizione. L’enclave extraterritoriale si trova a Palermo. Si chiama Palazzo Rappa. È in via Brigata Aosta, a nemmeno cinque minuti di macchina dalla zona più elegante della città. È una costruzione di edilizia popolare dove da anni si consuma una guerra fra due fazioni contrapposte. Da una parte trenta assegnatari legittimamente designati da una graduatoria comunale. Dall’altra una settantina di famiglie cosiddette abusive, che stringono d’assedio i residenti per costringerli a scappare lasciando liberi gli appartamenti. Dopodiché “rumpuno” e si installano.
Di recente il fronte degli abusivi ha segnato un punto importante. La signora Rosaria Leto, che assieme al figlio abitava in un bivani al quinto piano, ha deciso di arrendersi. Un esemplare di femmina col suo cucciolo è il classico soggetto debole che i coyote individuano e isolano dal branco per poterlo divorare più facilmente. Per anni l’hanno chiamata “sbirra”. L’hanno aspettata sul pianerottolo per insultarla e minacciarla. Gli ultimi atti di guerra sono stati l’incendio della porta di casa e la distruzione dell’automobile. La signora Leto ha sporto ogni volta regolari denunce, denunce circostanziate. Finché qualcuno alla polizia le ha suggerito - informalmente, per carità - di sgomberare per evitare guai peggiori. A quel punto voi che avreste fatto? La signora Leto ha affrontato per l’ultima volta gli assedianti, è riuscita a rientrare in casa per recuperare gli oggetti indispensabili e ha abbandonato il resto assieme all’appartamento che deteneva legalmente da dodici anni.
In fondo, per gli abusivi è solo una piccola vittoria. Molto più grande è la sconfitta di chiunque creda che nelle regioni del sud possa esistere un’idea di legalità.
(Dall'Unità)
pubblichiamo dal blog "Penultima ora" per gentile concessione dell'autore
Quando alla prossima occasione si tratterà di calcolare la superficie dello Stato italiano, bisognerà ricordarsi di sottrarre almeno una piccola area di giurisdizione. L’enclave extraterritoriale si trova a Palermo. Si chiama Palazzo Rappa. È in via Brigata Aosta, a nemmeno cinque minuti di macchina dalla zona più elegante della città. È una costruzione di edilizia popolare dove da anni si consuma una guerra fra due fazioni contrapposte. Da una parte trenta assegnatari legittimamente designati da una graduatoria comunale. Dall’altra una settantina di famiglie cosiddette abusive, che stringono d’assedio i residenti per costringerli a scappare lasciando liberi gli appartamenti. Dopodiché “rumpuno” e si installano.
Di recente il fronte degli abusivi ha segnato un punto importante. La signora Rosaria Leto, che assieme al figlio abitava in un bivani al quinto piano, ha deciso di arrendersi. Un esemplare di femmina col suo cucciolo è il classico soggetto debole che i coyote individuano e isolano dal branco per poterlo divorare più facilmente. Per anni l’hanno chiamata “sbirra”. L’hanno aspettata sul pianerottolo per insultarla e minacciarla. Gli ultimi atti di guerra sono stati l’incendio della porta di casa e la distruzione dell’automobile. La signora Leto ha sporto ogni volta regolari denunce, denunce circostanziate. Finché qualcuno alla polizia le ha suggerito - informalmente, per carità - di sgomberare per evitare guai peggiori. A quel punto voi che avreste fatto? La signora Leto ha affrontato per l’ultima volta gli assedianti, è riuscita a rientrare in casa per recuperare gli oggetti indispensabili e ha abbandonato il resto assieme all’appartamento che deteneva legalmente da dodici anni.
In fondo, per gli abusivi è solo una piccola vittoria. Molto più grande è la sconfitta di chiunque creda che nelle regioni del sud possa esistere un’idea di legalità.
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