di
Rosario Ales
Trattando di emozioni mi viene in mente
l'indimenticabile Emozioni di Lucio Battisti, una delle più
apprezzate canzoni italiane, con testo scritto da Mogol, in cui ogni
espressione poetica trasmette all'ascoltatore le emozioni dell'autore
attraverso l'uso magistrale di metafore, allusioni ed immagini con la voce roca
e malinconica di Battisti, che esprime con parole poetiche l'emozione di un
amore non corrisposto.
Riflettendo sulla parola emozione il noto
linguista Tullio De Mauro, in www.educational.rai.it/lemma
esplicita il significato: “Emozione è una
parola giunta in italiano nei primi anni del Settecento come adattamento del
francese émotion. A sua volta la voce
francese proveniva dal latino emotio,
derivato da un verbo che significava smuovere,
commuovere...Gli psicologi e gli scienziati
del comportamento parlano di emozione quando degli stimoli, esterni o interni,
causano una reazione affettiva e modificano il
nostro stato di coscienza. Questa reazione è di natura psicologica, ma ha
effetti anche sul piano fisico, e sono effetti difficili da controllare.
L’emozione è qualcosa di intenso ma breve, limitato nel tempo: in termini
medici, potremmo dire che è un fatto acuto.”
Senza volere entrare nello specifico della
classificazione delle emozioni, tipo o qualità dell'emozione e sua intensità e
persistenza nella sensibilità della persona, ai fini dell' approfondimento del
tema in oggetto e per comprendere i rischi e la fragilità di chi non ha
consapevolezza delle proprie emozioni, vorrei iniziare dalla cosiddetta
“Intelligenza emozionale”, la cui competenza dovrebbe essere esercitata sia da
adolescenti che da adulti per un uso responsabile dei social network.
Sintetizzando Daniel Goleman, noto psicologo americano, indica cinque
caratteristiche dell' intelligenza emotiva, che dovrebbero essere coltivate in
modo permanente:
- Consapevolezza di sé, la capacità di produrre risultati
riconoscendo le proprie emozioni;
- Dominio di sé, la capacità di utilizzare i propri sentimenti per
un fine;
- Motivazione, la
capacità di scoprire il vero e profondo motivo che spinge all'azione;
- Empatia, la
capacità di sentire gli altri entrando in un flusso di contatto;
-
Abilità sociale, la capacità di stare insieme agli altri cercando di
capire i movimenti che accadono tra
le persone.
Senza consapevolezza delle proprie
emozioni esiste il rischio, collegato all' uso degli SMS e ad applicazioni di messaggistica istantanea
per smartphone, WhatsApp Messenger,
Facebook etc., di cominciare ad abbreviare le parole e compendiare il
più possibile ed affidarsi a una comunicazione paraverbale di immagini
edulcorate, che raccontano di sé attraverso la proiezione di video, immagini,
espressioni facciali, linguaggio del corpo, emozioni.
Le
cosidette emoticon,
che nella definizione fornita dal vocabolario Treccani, significa [dall’ingl. emoticon, comp. arbitrario di emot(ional)
icon «icona delle emozioni»]. – Piccola
immagine (o icona), spesso ottenuta combinando segni di punteggiatura
(parentesi, punti, ecc.), che nei messaggi di posta elettronica e negli SMS
viene usata per dare un’idea dello stato d’animo del mittente; è detta anche faccina o, all’ingl., smiley; da cui emoji trascrizione nell’alfabeto latino del
vocabolo giapponese 絵文字, emoji è composto dai sostantivi e (‘immagine’) e moji (‘carattere, lettera’), termine che include due parole distinte
emozione ed icona.
Considerato ciò, non intendo demonizzare
la comunicazione emozionale, che costituisce un canale di espressione della
propria personalità, anche tramite i
social network, ma bisogna saper bene quel che si comunica, come si
utilizzano i diversi servizi telematici, farne un corretto uso, al fine di proteggersi
con il potere della conoscenza, sopratutto i soggetti più vulnerabili dal
diventare vittime
di nuove forme di crimini come il cyberbullismo, sexting,
adescamento on-line (noto anche come child grooming), snap-chatting,
blue whale challenge, furti di identità digitale e fake news, ma anche deep
web e dark web.
Degna di essere segnalata è la campagna di sensibilizzazione a cura
della Polizia di Stato Una vita
da social, https://www.commissariatodips.it/vita-da-social.html,
in cui si fa riferimento al dilagante fenomeno del ciberbullismo e di tutte le
varie forme di prevaricazione connesse ad un uso distorto del web e al tempo
stesso “continuare a diffondere una cultura della sicurezza in Rete”,
coltivando e condividendo con consapevolezza le proprie emozioni.
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