domenica 20 maggio 2018

Emozioni o Emoticon, tra Immaginario e Realtà


                                                                                




                di Rosario Ales

Trattando di emozioni mi viene in mente l'indimenticabile Emozioni di Lucio Battisti, una delle più apprezzate canzoni italiane, con testo scritto da Mogol, in cui ogni espressione poetica trasmette all'ascoltatore le emozioni dell'autore attraverso l'uso magistrale di metafore, allusioni ed immagini con la voce roca e malinconica di Battisti, che esprime con parole poetiche l'emozione di un amore non corrisposto.

Riflettendo sulla parola emozione il noto linguista Tullio De Mauro, in www.educational.rai.it/lemma esplicita il significato: “Emozione è una parola giunta in italiano nei primi anni del Settecento come adattamento del francese émotion. A sua volta la voce francese proveniva dal latino emotio, derivato da un verbo che significava smuovere, commuovere...Gli psicologi e gli scienziati del comportamento parlano di emozione quando degli stimoli, esterni o interni, causano una reazione affettiva e modificano il nostro stato di coscienza. Questa reazione è di natura psicologica, ma ha effetti anche sul piano fisico, e sono effetti difficili da controllare. L’emozione è qualcosa di intenso ma breve, limitato nel tempo: in termini medici, potremmo dire che è un fatto acuto.”
Senza volere entrare nello specifico della classificazione delle emozioni, tipo o qualità dell'emozione e sua intensità e persistenza nella sensibilità della persona, ai fini dell' approfondimento del tema in oggetto e per comprendere i rischi e la fragilità di chi non ha consapevolezza delle proprie emozioni, vorrei iniziare dalla cosiddetta “Intelligenza emozionale”, la cui competenza dovrebbe essere esercitata sia da adolescenti che da adulti per un uso responsabile dei social network. Sintetizzando Daniel Goleman, noto psicologo americano, indica cinque caratteristiche dell' intelligenza emotiva, che dovrebbero essere coltivate in modo permanente:
     - Consapevolezza di sé, la capacità di produrre risultati riconoscendo le proprie emozioni;
     - Dominio di sé, la capacità di utilizzare i propri sentimenti per un fine;
 - Motivazione, la capacità di scoprire il vero e profondo motivo che spinge all'azione;
 - Empatia, la capacità di sentire gli altri entrando in un flusso di contatto;
       - Abilità sociale, la capacità di stare insieme agli altri cercando di capire i movimenti che accadono     tra le persone.
      Senza consapevolezza delle proprie emozioni esiste il rischio, collegato all' uso degli SMS e  ad applicazioni di messaggistica istantanea per smartphone, WhatsApp Messenger,  Facebook etc., di cominciare ad abbreviare le parole e compendiare il più possibile ed affidarsi a una comunicazione paraverbale di immagini edulcorate, che raccontano di sé attraverso la proiezione di video, immagini, espressioni facciali, linguaggio del corpo, emozioni.
      Le cosidette emoticon, che nella definizione fornita dal vocabolario Treccani, significa [dall’ingl. emoticon, comp. arbitrario di emot(ional) icon «icona delle emozioni»]. – Piccola immagine (o icona), spesso ottenuta combinando segni di punteggiatura (parentesi, punti, ecc.), che nei messaggi di posta elettronica e negli SMS viene usata per dare un’idea dello stato d’animo del mittente; è detta anche faccina o, all’ingl., smiley; da cui emoji  trascrizione nell’alfabeto latino del vocabolo giapponese 絵文字, emoji è composto dai sostantivi e (‘immagine’) e moji (‘carattere, lettera’),  termine che include due parole distinte emozione ed icona.
       Considerato ciò, non intendo demonizzare la comunicazione emozionale, che costituisce un canale di espressione della propria personalità, anche tramite i  social network, ma bisogna saper bene quel che si comunica, come si utilizzano i diversi servizi telematici, farne un corretto uso, al fine di proteggersi con il potere della conoscenza, sopratutto i soggetti più vulnerabili dal diventare vittime
      di nuove forme di crimini come il cyberbullismo, sexting, adescamento on-line (noto anche come child grooming), snap-chatting, blue whale challenge, furti di identità digitale e fake news, ma anche deep web e dark web.
       Degna di essere segnalata è la campagna di sensibilizzazione a cura della Polizia di Stato Una vita da social, https://www.commissariatodips.it/vita-da-social.html, in cui si fa riferimento al dilagante fenomeno del ciberbullismo e di tutte le varie forme di prevaricazione connesse ad un uso distorto del web e al tempo stesso “continuare a diffondere una cultura della sicurezza in Rete”, coltivando e condividendo con consapevolezza le proprie emozioni.

     

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