Si sa che i Siciliani che vivono all’estero amano la Sicilia assai di più dei Siciliani che vivono nell’isola. E dovunque essi vadano ad abitare in poco tempo creano una “Piccola Sicilia” per non sentirsi troppo lontani dalla madre patria. Formano associazioni culturali, creano ristoranti specializzati nella creazione di Pasta alla Norma, Pasta chî sardi, sfinciuni, e arancini.
Il loro attaccamento alle tradizioni e usanze siciliane si manifesta anche nell’amore che essi portano alla lingua siciliana che almeno per chi emigrò alla fine del secolo XIX e XX era forse l’unico mezzo di comunicazione di cui disponevano. Oggi la memoria di quella lingua parlata dai nonni e bisnonni siciliani è presente nelle nuove generazioni di molti siculi-americani che desiderano riacquistare le parole e i suoni che riportano alla memoria i visi delle persone amate.
Non è per nulla sorprendente che la grammatica del siciliano pubblicata nel 2013 dal professore Gaetano Cipolla, Learn Sicilian / Mparamu lu sicilianu, sia già arrivata alla seconda edizione. L’interesse per il siciliano al di là dei confini della Sicilia sembra crescere a giudicare dal fatto che all’università della Pennsylvania di Filadelfia si insegna il siciliano e così anche alla Universitè de la Manouba di Tunisi, utilizzando come libro di testo Learn Sicilian / Mparamu lu sicilianu. Non solo, ma il professore che insegna il siciliano a Tunisi, Alfonso Campisi, ha collaborato col professor Cipolla per adattare il testo per studenti di lingua italiana. E’ nato così il volume Mparamu lu sicilianu: un corso interattivo per apprendere il siciliano, pubblicato a Palermo dalla stessa casa editrice dell’originale, la Legas diretta dal prof. Cipolla.