domenica 9 giugno 2013

frammenti n.2847

by guido monte
(foto di pippo zimmardi)


Volete chiamarlo piacere o di più estasi?
Io lo definirei molto semplicemente amore, per tutto e per niente;
per il respiro e per il mare; per le azioni e per l’indolenza: amore!
E chiusa là
(dal racconto "Lo scelto" di Enzo Barone)

1.
c’è ancora qualcuno
che vive ed esiste, insieme:
la luna è bianca, ha occhi.

ma tutti nasciamo
in terre malate
dove le cose si confondono
e si perdono
"come in uno specchio,
nella confusione"

2.
passiamo la vita tra sole e ombra
e moriamo nei luoghi del silenzio
per tornar a camminare nella tenebra.

chi ha molti nomi,
chi vive poco
e chi sembra aver attraversato la vita
come in un sogno;
chi si ritira in se stessa
chi è mondano
e chi desidera solo il riposo…
sì,
ma poi ci vediamo un po’ tutti
come semiaddormentati,
in enigma in confusione,
seguendo però
un racconto fantasioso
in cui le anime credono di poter
rimanere e ricordare
per tanto tempo,
come i bambini che vivono
ore favolose, perché certi
che le attese siano
senza fine.

3.
si  passano mesi e anni
a sbrigare cose inessenziali,
per obbligo o per scelta,
così aspettiamo…
e appena vedi l’essenziale
ti accosti di nascosto
fingendo incuranza
per non farne accorgere
a chi potrebbe rovinar tutto.

4.
immagino uno dei miei unici
possibili film: ci sono
magici suoni primordiali,
di gong, piatti e nacchere varie,
campane tubolari; tamburi che
del resto evocano fatti
vecchi di milioni di anni!
e poi donne vestite di camici
bianchi, che di fronte all’oceano
ripetono e iterano parole,
parole elementari in lingue
morte e vive, water uoteeer
spiritus estrellas tohu wabohu
asteres inglese aramaico
spagnolo latino sanscrito, cantano
parole e vocali al mare
caldo e agitato, alle stelle
chiarissime, ai volatili dalle ali
gigantesche che sono
lo spirito divino

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