domenica 31 luglio 2011

Echi

di Francesca Saieva

Un veicolo sottile, nell’attimo in cui ciò che è prima adesso muore, e ciò che è dopo si ricongiunge. Così Psiche scrive la storia dei mondi, e l’Eterno unifica ciò che il Soffio ha animato.

Lichtung. Equivocabile prossimità di una città irreale. Oltre il ponte ciascuno lasci il suo nome (Schuré), lo stanco passo affondi nella neve. Quale voce? Ormai è tempo. E tra le pieghe di un ‘velo’ ondeggiano la vita e il vento, e silenziosa l’oscurità scende dal cielo.

In un tempo privo di cose esistenti l'uomo folle cerca, e la materna terra nutre l’essere tra lapilli di fuoco ed echi incomunicabili di luoghi invisibili. Tra orme sabbiose, fantasmi della memoria si lasciano avvicinare, ora che «l’origine è la meta» (Kraus).

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