sabato 13 agosto 2011

foglietti n.2


by guido monte

per cicerone non esiste altro male che la colpa,
malum nullum esse nisi culpam,
per agire senza lacrime risentite, accettare
da soli il dolore, non sopravvalutare la morte…
se siamo davvero mistero per noi stessi
e ci nascondiamo nelle tenebre, e affondiamo
nel fondo dell’inutilità delle cose.

mentre tutti gli altri, che hanno sangue
nelle vene, pensano d’esser a questo
mondo… qualche cosa
(manzoni)

il cupio dissolvi paolino somiglia alla felix culpa,
riguarda le rechemin viscere-misericordia, sintomi
di profondità in cui non possiamo più mentire,
in a run away world; ma, come insegna roth,
dove si può essere santi ed ubriachi…

per magris, dante ci insegna anche che la nostra patria
è tutto il pianeta, come i pesci del mare, dove ognuno
potrebbe vivere l’esistenza di chiunque

marguerite y.: bruit de la source, vent de mer, herbe,
sommeil
, cose così evidenti da sembrare nascoste,
a noi decidere come entrarci o riceverle,
rallentando le immagini per capirle meglio

esistono prescrizioni della cabala
che ti dicono di cibarti solo del necessario,
come forma di rispetto per chi,
nello stesso momento in cui ti nutri,
non ha il necessario da mangiare

ami gli jurodivie i pazzi di dio
che stonano di fronte al nostro mondo
omologato del nulla, che non cercano
a tutti i costi l’interesse, e vedono
in ogni cosa un talismano segreto

il ricordo lontanissimo del bacio istantaneo
di una sconosciuta
immersa nella nebbia di sempre,
nella folla del nonsenso delle cose,
mi ferma immobile a pensare, mentre
il mondo rotea senza direzione.
gli occhi allora si aprono sulle gocce
di pioggia che scivolano sul vetro,
dopo tanta cecità guardano la sabbia
scivolare sulle onde, impastata
di visioni di cielo, di allucinazioni

gli anavim aspettano
chi può portare alla vita ciò che non è (rm 4,17)
in un mondo dove non esiste più il normale,
è vero, un mondo di cose che non significano
più nulla, di desolazione,
nell’assurda ombra buia della terra (james j.),
costruita su fondamenta
che non si vedono, mentre galleggia
solo ciò che appare inutile

nenie: antichi formulari contro gli spiriti
maligni, dice la scienza, e la moscacieca
come resti di un modo per scegliere
la vittima da scannare sull’altare

paolo: ciò che realizzi nella tua carne,
ciò che lo spirito scruta nelle profondità
e che riporta all’esistenza…
ma a noi restano solo cose amare
e destituite di significato, ciò che sergio
chiamava questo essere nulla, non potere nulla...

progresso. sì, forse è davvero aumentata
la capacità umana di distruggere
e autodistruggersi, si è stabilizzata
l’idea delle persone come massa-merce
di utenti-consumatori-spettatori,
e di spacciare ipocritamente la potenza
militare-economica per l’ideale
spirito-radice dell’occidente

l’idiota è in grado
di pensare-creare
cose che il “normale”
non è lontanamente
capace di concepire

è ancora vero ciò che sosteneva socrate,
che scrittura e libri non fanno più
pensare e ricordare?

quando pamuk parla di padri di famiglia
che portano la spesa a casa, camminando
sotto lampioni di quartieri lontani,
o dei logori e leggendari battelli
del bosforo visitati dai gabbiani,
non parla più di istanbul, ma
del tramonto autunnale del mondo

hakkol havel tutto vanità

lo starec di fedor diceva
di badare alle creature
come fossero bambini
o vecchi ricoverati

certe volte ho paura di guardare
un volto, certe volte desidero parlare
con persone, ma non so di cosa…

e se qualcosa esiste, esiste nel corpo mistico,
ed è presente in chi quel qualcosa assimila a sé

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