mercoledì 2 giugno 2021

La palingenesi del III millennio


 di Giuseppe Militello

 Il principio di non contraddizione, ormai, fa a pugni con una realtà socio-economica, che si nutre di una continuo conflitto tra capitale e lavoro, produzione e consumo, debito e credito, offerta e domanda, mercato e stato, sfruttamento ed equità, inquinamento e ambiente, diritti e doveri e via dicendo.

La narrazione istituzionale e politica è ancora quella che parte dalla teoria aristotelica, facendoci credere che esista ancora il giusto e l’ingiusto, i diritti e i doveri del lavoratore-cittadino, che esiste una legge, che le parti sociali e gli attori a loro connessi sono chiamati a rispettare. Invece, abbandoniamo per un momento il mondo aristotelico  e immergiamoci il quello hegeliano. Vera anima del mondo moderno, da cui si è generato quell’idealismo da cui tutto è partito: la dialettica marxista e il nazionalismo, per intenderci. Praticamente il motore di quei di quei conflitti, che ancora, oggi, rappresentano il nervo scoperto di una società globale e occidentale, soprattutto, che ha sempre e solo saputo stendere un velo su quel nervo. E altro non avrebbe potuto fare, se consideriamo Hegel pietra angolare del mondo contemporaneo. La contraddizione dell’oggi, paurosa, aberrante e irreversibile, si nutre, infatti, di se stessa. E nessuno può e vuole risolvere. Tutto il resto è pura e melensa retorica sia politica, a destra come a sinistra, sia sociologica, apocalittici e integrati, sia mediatica, dal mainstream ai blogger indipendenti. Allora, possiamo solo farci sommergere da questa immensa  marea quotidiana di disastri ecologici, politici e sociali, financo sanitari, adesso?

La risposta è assolutamente No! Perché è nella natura dell’umano cercare di risolvere i conflitti, di dare delle soluzioni, più o meno temporanee, per poi ricaderci e iniziare di nuovo in altre epoche con altri protagonisti e antagonisti. In un susseguirsi eterno fino a quando verrà messo il punto, come per la scomparsa dei dinosauri. Perché è proprio questa la questione primordiale di fondo: sono la Natura e il Tempo (vera e unica dimensione dell’Eterno) a essere l'alfa e l’omega di tutto l’Universo. Mentre noi leopardinamente intesi, esseri insignificanti, siamo solo nullità, entità meschine e pusillanime, che si agitano in questo Mare Magnum di contraddizioni, anelando alla rinascita.

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