sabato 28 ottobre 2017

Due liriche di Fabio Strinati



 POSTI, ALTRI POSTI


Luoghi che vanno... che negli occhi si attorcigliano,
che rivestono strade, di petali, di campi
come sugli amari selciati accartocciati.
Persone sonore nell’estasi sotto raggi solari;
ma poi, dove cade se non al petto quel raggio di luce
che per distacco, mai s’è risparmiato?
Posti che vivono altri posti, che sudano parole
palpitanti lacrime a chi per supplica, resuscita
in quel nido chiamato libero volo sconosciuto;
ma poi, dove cadrà l’alba se non nel cuore di una donna
da una luce d’occhio, appena accarezzata?


NEL TEMPO
Nello stagno vedo me che annego,
che al vento mi dispiego
un’epidemia d’ali, vedo la vita
volare schiava del tramonto
nella sua traversata a tagliare l’aria recisa nel tempo 
e un poco a divagare. 
Vedo le ore, sole, conto gli attimi
lasciati ad ammezzire in un quadro d’orto; 
penso alle cose, 
a me che scruto un mare 
come sugli scogli un poco di muschio soltanto

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