(ispirato alla novella "di sera,
un geranio" di luigi pirandello)
di guido monte
la sua anima esce fuori
dal corpo spento,
durante il sonno,
e galleggia nella stanza
senza riconoscersi.
ricorda, sente, vede luci,
vede il suo corpo immobile;
ricorda le ultime parole,
dette o sentite, di paura
o speranza in un intervento.
resta solitaria
una lampada inutilmente accesa.
ora è davvero se stesso,
palazzi, vie, orizzonti:
l’universo.
l’orologio, la lampada
della vita di prima
non sono più nulla per lui.
sotto
c’è il muro della villa, il
giardino,
la vasca grezza, verde per i
rampicanti,
l'acqua chiara che cola nella
vasca,
e foglioline bianche e verdi,
che intasano la bocca
del tubo dello scarico.
verde, radici, terra nera.
il respiro della terra!
lui e l’erba si sciolgono
in quel respiro eterno,
nel vapore senza fine.
lui consiste ancora
in piccole cose,
in una pietra, in un fiore,
in quel geranio...
altri guardano il geranio rosso
che a un tratto si accende,
e non sanno il perché.