mercoledì 20 aprile 2016

Corruzione sistemica, responsabilità e fede cattolica


“Pietà, dunque. Misericordia per chi
resta. Misericordia per chi non resta.
Misericordia per la stessa inesorabilità
del rimanere e del non rimanere.
Misericordia. Di quale inconfessabile
Speranza essa apre le porte?”
Michele Perriera - Lo scrittore e la morte -
La spola infinita - Sellerio


di Rosario Ales


Della parola corruzione riemergono vorticose scomposizioni semantiche: concorso di colpa, corresponsabilità, complicità e  favoreggiamento. 


Inversamente, la nozione di responsabilità ha diverse forme con cui può essere declinata: giuridica, civile, penale, contabile, indiretta e morale. Nel Dizionario analogico della lingua italiana di Donata Feroldi e Elena Dal Pra troviamo indicati diversi significati: “rispondere del proprio operato, delle proprie azioni”, “farsi carico, prendersi a cuore, prendere sopra di sé, farsi avanti, fare la propria parte, non tirarsi indietro”, “ammettere, riconoscere le proprie responsabilità”, “non assumersi una responsabilità”, “coprire, nascondere, occultare le responsabilità, le colpe (proprie, altrui)”, “dividere, condividere le responsabilità”, ma sono solo alcune. Le ultime citazioni di questo Dizionario amplia i confini tematici della responsabilità in: fuga dalla realtà, superficialità, palleggiamento di responsabilità e aggiungerei “banalità del male”.


L’attualità del tema, attiene al processo riguardante i due enti lombardi al tracollo, la Maugeri e il San Raffaele, secondo i pm di Milano che hanno chiesto nove anni di reclusione per Roberto Formigoni al centro di “fatti gravissimi di corruzione sistemica durata dieci anni”. A colpi di fioretto, Formigoni da ex giocatore di scherma ha dichiarato: “è un teorema fantascientifico, una vera fiction senza alcun riferimento alla realtà e senza alcuna prova”. Lo scrivente ed i lettori rimangono in attesa dello svolgimento processuale e degli esiti, per la rilevanza che assume questo processo.


Una considerazione personale, vorrei aggiungere a seguito della mia adesione giovanile a Comunione e Liberazione (anni settanta), periodo in cui si leggevano le dichiarazioni dei dissidenti dei regimi sovietici ( rivista CSEO ), in cui si affermava che  l’interpretazione della realtà è fornita dal potere statuale attraverso l’assogettamento alle regole del gioco, prescrivendo leggi, regolamenti, circolari ed ordini, salvaguardando il mondo delle apparenze e l’autoconservazione del sistema.


Noi uomini qualunque del popolo attendiamo in tempi certi una giustizia temporale, considerata che la Giustizia divina, per i cristiani è riservata a Dio ed in questo ambito il pudore del silenzio è d’obbligo, se non si vuole correre il rischio di costruirsi e scegliersi il Dio e la Chiesa che più conviene ed una fede religiosa, convergente e concordante con la corruzione e le finalità della criminalità e di coloro che appartengono al crimine. 


“A livella” (poesia di Antonio de Curtis, in arte Totò) si è trasformata in corruzione globale, che ha come criterio di valore, di fama e della stessa coscienza: il denaro e il potere, che dal denaro si possono ricavare; deduzione libera che esprimo a seguito dell’altro scandalo delle società ‘offschore’ alle Bahamas che ha coinvolto sportivi, politici, imprenditori e perfino ex ed attuali vartici del Partito Comunista cinese.


Parole di verità concrete, dirette ed attuali sono pronunciate coraggiosamente dal Santo Padre Papa Francesco, che da arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio ha scritto un libro “Guarire dalla corruzione” Emi, 2013 con un postfazione all’edizione italiana del Presidente del Senato, Pietro Grasso. Su questo tema Bergoglio ha rappresentato una fenomenologia spirituale e morale della corruzione con le correlate implicazioni economiche, politiche e sociali, fenomeno che si è sviluppato in Argentina e che affligge anche l’Italia. Concludo con una citazione tratta del succitato testo: “Di fronte a Dio che non si stanca di perdonare, il corrotto si stanca di chiedere perdono. Alla radice di ogni corruzione c’è la stanchezza della trascendenza”.



Nessun commento:

Posta un commento

Questo blog consente a chiunque di lasciare commenti. Si invitano però gli autori a lasciare commenti firmati.
Grazie