Se stasera mie bambine
Ancora non avete sonno.
Scendiamo insieme giù in cantina
Scegliamo un sacco grande grande.
E ci mettiamo dentro
Castelli di sabbia caduti in rovine
Pietruzze lievi e levigate,
conchiglie dalle forme strane
conchiglie dalle forme strane
Gocce di acqua di mare, da rotolare come biglie
Bracciali di alghe vellutate, collane lunghe alle caviglie
Un nido di aquilotti che hanno provato già a volare
E gli aghi di quel vecchio pino dimenticato dal Natale
Le zucche sorridenti
Del giorno d’ognissanti
Un pupo mascherato
Di zucchero… filato
E frutti ancora acerbi, su di un rametto striminzito
E poi tutte le caramelle offerte da uno sconosciuto
I panni stesi al sole, o a un suono di campana
E il mantellino in finta pelle del buon Samaritano
Le scarpe di ogni strega sopravvissuta al rogo
E l’abito dell’Uomo Nero, rimodellato a nuovo
E mentre l’orologio rintocca l’ora lento e stanco
Per ultimo lì dentro al sacco mettiamo pure l’Uomo Bianco
Bianco come le pagine vuote, come le gomme per cancellare
Bianco come le sagome tutte da colorare.
E poi leghiamo tutto a un filo, e lo guardiamo già volare.
Bella, semplice, spontanea
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