di Francesca Saieva
(photo by Francesca Saieva)
Voluttà, replica di evanescente tenerezza (Lévinas), ignara della fine. A nude immagini di questo dire, sciogli danze sensuali nel brillìo fisso della luce (Pessoa). Una vuota stanza nel chiarore dell'Oscurità, per il duale mistero di una consumata unione, tua intenzionalità senza visione (Lévinas). E sulla tua pelle frammenti di un viaggio che indossi come l'anima che bacia il quadro che hai dipinto (Pessoa).
Nel susseguirsi delle ore è stato breve il lungo viaggio (Montale). In questa bianca notte senza riposo, come a primavera i limiti del bosco (Pasternak), laggiù nella casa di vetro. E qualcuno ti parla di solitudini che non seppero dirsi parole piene d'amore (Forte). Muta, assente la colpa. Nel dare e avere delle ore, su un ponte bianco come una mano (Waites), sfiori il desiderio. Ma è solo una vela che passa nella notte che resta (Pessoa).
Nel sonno varchi la soglia. E' la veglia. Alla sua porta segreta un secchiello di ambrosia (Campbell). Eternità ormai prossima al possesso di quella leva, chiavistello della caverna (Gottfried). E il riposo è vita, nel letto verdeggiante (Cantico dei cantici). Raccoglimento per ciò che è presente. Versammlung (Heidegger). Nella 'sosta' le incise parole, modellate sui corpi, ondeggiano come luce tra le foglie (Woolf). Nella tua isola di carta il vento è ormai alto. Ma al chiudersi dell'onda ancora per te un canto da riscrivere, come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio (Cantico dei cantici).