di Donatella Tranquillo
Sentiti sete
e disseta le tue vene del blu
che la mia notte gocciola per te
dalle sue arterie
Giaci
su di me scivolando
Dal precipizio
ai versanti languidi
del mio sguardo
Quasi sfociassi nel capolavoro
che compiono in silenzio
i suoi capogiri in estasi
E se mi cerchi ancora
addentrati
Sollevando i lembi della mia ombra notturna
E tra i suoi riverberi fatti strada
fin dove ci nascondo la Luna
Incantati della sua voce liturgica
che ti plasmerà addolcendosi
Accompagnandovi
dove ti attende il culto
della sacra carnalità dei miei sensi
e disseta le tue vene del blu
che la mia notte gocciola per te
dalle sue arterie
Giaci
su di me scivolando
Dal precipizio
ai versanti languidi
del mio sguardo
Quasi sfociassi nel capolavoro
che compiono in silenzio
i suoi capogiri in estasi
E se mi cerchi ancora
addentrati
Sollevando i lembi della mia ombra notturna
E tra i suoi riverberi fatti strada
fin dove ci nascondo la Luna
Incantati della sua voce liturgica
che ti plasmerà addolcendosi
Accompagnandovi
dove ti attende il culto
della sacra carnalità dei miei sensi
Ho imparato a sentirmi
Ho ascoltato
dal tacito abbandono
di un fiocco di neve
Quando lieve
sprofonda nel candore
del suo riposo
Ne svuota l'aria di cristallo
Come me
dal tacito abbandono
di un fiocco di neve
Quando lieve
sprofonda nel candore
del suo riposo
Ne svuota l'aria di cristallo
Come me
Fino a restarne sepolta
intatta e silenziosa
intatta e silenziosa
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