Da 7 anni, ogni 17 gennaio si celebra la Giornata Nazionale del Dialetto e delle Lingue Locali. Tale giornata è indetta dall'UNPLI, l'Unione Nazionale delle Pro Loco d'Italia, per sensibilizzare la popolazione sull'importanza di tali idiomi.
Anche per l'edizione odierna sono molti gli eventi in calendario in tutta Italia. Qui è possibile visualizzare l'elenco.
A Palermo è l'Accademia della Lingua Siciliana che si è fatta promotrice, in collaborazione con l'Associazione "Palermo Risorge", di un evento che avrà luogo questa sera, con inizio alle ore 21:00 e ingresso libero, presso l'auditorium "Madre Maria Teresa Spinelli" in via Pollaci 46
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Il programma della serata prevede le relazioni degli studiosi Fonso Genchi e Fabio Petrucci su, rispettivamente, "Lingua Siciliana e Bilinguismo" e "Dai Normanni al Vespro, la storia dell'isola nella lingua siciliana". All'inizio e al termine dell'evento e tra le due relazioni ci saranno dei momenti dedicati alla poesia e alla musica: i poeti Arcangela Rizzo ed Euranio La Spisa declameranno alcune loro poesie in lingua siciliana; il pianista Giovanni Zappulla e il soprano Antonella Urso eseguiranno tre brani musicali in lingue locali. Condurrà la serata il Vice Presidente dell'Accademia, Marco Lo Dico.
L'UNPLI e l'Accademia della Lingua Siciliana invitano tutti gli utenti dei social media a scrivere in tale giorno almeno un post nella loro lingua locale, aggiungendo gli hashtag #giornatadeldialetto e #dilloindialetto. Per poterlo fare in lingua siciliana senza commettere alcuni dei più comuni strafalcioni grammaticali, non sarebbe male ripassare quei 6 consigli che proprio l'Accademia della Lingua Siciliana emanò al momento della sua fondazione. Cioè:
1. Si consiglia di scrivere l'articolo determinativo per intero: LA, LU, LI. Se si dovesse optare per scriverlo, per esempio in discorsi diretti (o per qualsiasi altra ragione), nella sua forma abbreviata, si metta il segno grafico ' e lo si metta nel posto giusto, cioè dove è caduta la consonante: 'A, 'U, 'I. E' grave errore scrivere A', U', I' !!!
2. E' assolutamente da evitare l'uso di particolarismi locali: se si dovesse, ad esempio, scrivere la parola siciliana per "carta", un catanese non scriva "catta", un palermitano non scriva "caitta" ma si scriva "carta", come hanno scritto il catanese Martoglio ed il palermitano Meli e come attestato nei testi letterari in Siciliano di ogni epoca e provenienza geografica.
3. Non si usino doppie consonanti iniziali nelle parole che iniziano con le lettere B e G. Dunque si scriverà giummu e non ggiummu; babbu e non bbabbu.
4. Non si evidenzi graficamente il rafforzamento fonosintattico, se non nelle forme univerbate. Si scriva, dunque, tri setti (tre sette) e non tri ssetti, però si scriverà trissetti (gioco di carte); a jùnciri (ad unire) e non a ghiùnciri, però agghiùnciri (aggiungere); ecc.
5. Nessuna parola termina in Siciliano con e oppure o non accentate.
6. Non si evidenzi graficamente la rotacizzazione della D. Si scriva, per "dire", diri e non riri; per "dare", dari e non rari; per "domani", dumani e non rumani; la preposizione "di", di e non ri, etc. E' accettabile scrivere la R solo in quelle poche parole dove è stata persa la memoria della presenza della D etimologica.
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