sabato 26 gennaio 2019

Bozze di libere opinioni



di Francesca Saieva

Fino a quando l'uomo sarà (in uno) natura e cultura (e quindi fin quando ci sarà vita) non sarà possibile parlare di libero arbitrio (o meglio di come lo s'intende comunemente) .

Adamo ed Eva, l'arca di Noè, Abramo tra scandalo e paradosso, il silenzio di Dio e il non senso non sono di certo démodé, piuttosto esempi di costante 'amor fati', dettato, quest'ultimo, dalla comune natura dell'uomo, secondo differenti forme di cultura itinerante, ma (a un tempo) irrigidite da schemi imposti da nuovi games e fake news. Mi chiedo, a questo punto, è proprio vero che la tecnologia trasformi la cultura o è la cultura a trasformare la tecnologia? Perché sia chiaro, non esiste volontà che non sia commista a necessità. Perché 'l'arbitrare' non è mai scevro da contesti e desiderabilità.
La scelta (e spero, nell'asserire ciò, di non dispiacere gli aristotelici , ma in fondo non solo loro) fa i conti con il principio di autorità (l'unico esistente in tutti i tempi): il nostro Io (che sia proprio 'Lui' la nostra schiavitù?). È il libero arbitrio di una 'terra desolata', che si aggira (dalla notte dei tempi) tra deserto e vuoto.
Libero arbitrio sì/libero arbitrio no? Chi mai potrà dirlo... siamo 'uomini'... a ciascuno il proprio Io. Credo comunque stia al Pensiero (ancora una volta) indagare tra plausibili risposte, facendo leva sull'intelligenza che vivifica, oltre la soglia del vecchio e del nuovo. Il Pensiero non si scalfisce, quando è funzionale, nè si debilita anzi è sempre alla moda. Mi viene in mente un pensiero di Gramsci... "Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza"... Ecco un condensato di Pensiero! Chissà che non sia ancora questa l'unica 'formula' possibile di libero arbitrio... un Pensiero funzionale da contraltare a forme edulcorate di liberalismo democratico.
E poi... siamo proprio sicuri di dover imputare alla tecnologia e a forme hackerate di sapere (queste meglio da non praticare!!! ) la caduta libera dell'arbitrio? Ammesso, poi, che questo si sia accorto della sua caduta...
Mi chiedo, a volte, se le riletture della storia corrispondano a sapere hackerato... eppure sembrano così vere, come tutte le distorsioni del reale.
Cosa resta o cosa manca? Direi... ciò che non si distorce nella ricerca del bene comune, che si fa garante di Libertà, filo rosso di un Pensiero propulsivo, progettuale e unico nel suo senso più pieno, perché collettivo. Be' sì! manca un progetto... mi auguro se ne intraveda almeno l'idea.

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