by guido
monte
(photo by graciela muller pozzebon,commento
by francesca saieva)
una
volta era tempodisogni, atharva
veda
(lo
dico dum medium silentium tenent
omnia
mentre
oggi allo specchio contemplo solo
orecchie
sorde sulle vegetazioni sommerse del niente)
tremendum,
fascinosum
tras as tebras vía abrirse
o
mar de cristal, mentres o sol durmía baixo
terra,
che superava le bestie di porpora,
e
le loro lingue sulle cinque acque,
e
mi sentivo preservato tra le fiammelle degli astri
mentre
il sole dormiva sottoterra.
“ekam iyoti bahudha vibhati
luce
sola si mostra multiforme”
diceva
sibilla riprendendo vita,
l’edera
di nuovo scivolava dall’acanto,
ogni
cosa rinasceva spontanea
e
vibrava d’orgasmo nella terra
terre
mari profondi cieli senza fine
commento
di f.s.
Da
un po', l'uomo enigmatico (C. Baudelaire)
ha smesso di specchiarsi. È la nube che
tace e su questo scoglio di basalto, è il naufragio. Come relitto, un albero nudo
agli occhi dello straniero, mentre l'abisso
(S. Mallarmé) stende rami, rigogliose braccia di un tempo... Sullo sfondo blu, le narici traboccano di verde e putredine e
ogni cosa si lascia andare. Così, la vernice si è dissolta tra arbitrarie sagome di un molle disordine (J.P. Sartre). Una ‘radice’ è troppo? Se fossero saggi, i fiumi rimarrebbero dove sono? (B. Russell)
Troppe domande per l'etranger, ma… in
questo deserto, una foglia dice cose vere su cose oscure (G. Monte).
Un tempo era un tempo... e se tornasse un tempo, la lampada darebbe luce sui segni di ogni volto (W. Blake),
nuovi colori a questa vita, al mare calme parole: amo le nuvole... le nuvole che passano... passano laggiù. (C.
Baudelaire)
Nessun commento:
Posta un commento
Questo blog consente a chiunque di lasciare commenti. Si invitano però gli autori a lasciare commenti firmati.
Grazie