mercoledì 24 novembre 2010

MICROAPOCALISSI

MICROAPOCALISSI (di Guido Monte)
Parte prima

"Le vide de chaque jour, vide de choses et de pensées pour ne pas se regarder au dedans, la totale absence de clarté sur le destin qui se déploie devant nous, toupie aveugle qui tourne sur des événements quotidiens et va te cogner exactement en face".
Inizio: Io, Ghyloy, pensoso nella gioia e nella preoccupazione, mi ritrovo in una delle tante sedi mondiali e isolane dei morti-viventi, chiamata ****; qui sono nato e mi è stranamente capitato di continuare a viverci.
Immerso come al solito nei miei doveri giornalieri di un mattino qualunque, ho sentito un sussurro flebile, una ragazzina. Era magra, i capelli biondo-pallido; era una bimba che parlava come una vecchia, veniva fuori dalle pieghe dell’asfalto di una via, mi disse che era venuta a portarmi in viaggio, per vedere ciò che sarebbe accaduto nel 2035.

Cercai di osservare la ragazzina; tratti comuni, tremava - spesso non riuscivo a sentirla. Parlava a casaccio, in francese, mescolando le parole... gridò: n'as-tu pas peur de moi? moi, je n'existe pas, je suis morte probablement... je suis venue seulement te montrer quelques choses. Come ti chiami, domandai alla ragazzina.
Appelle-moi Dantina, mi rispose sbadatamente. Si chiamava Dantina.


Dantina mi indicò poi una porta aperta - dentro, un’enorme assemblea distrettuale, un’assemblea distrettuale del 2025, e i seggi pieni di onorevoli deputati sempre-vecchi sempre-giovani, avvolti in tutto il corpo da tanti telefonini, dentro e fuori dagli abiti - dal seggio centrale IL PRESIDENTE DELL’ASSEMBLEA, in diretta e costante comunicazione con il dio della capitale mondiale, il Presidente del Consiglio Mondiale dei Ministri, quest’ultimo per loro quasi onnipotente.
Sul muro era incorniciata la scritta: "Das Macht macht frei".
Intorno al capo c’erano 4 questori, uno simile a un diavolo, uno simile ad un porco, uno simile a un serpente, uno come una sanguisuga . Anche loro in giacca e pantaloni neri, cravatta firmata, almeno sei telefonini ciascuno, che suonavano alternativamente.

E i questori, osservandomi bene, mi dissero:
SE SEI UN ELETTORE, PROSTRATI CON RISPETTO AGLI STIPENDI, AI RIMBORSI, AI VITALIZI, ALLE AUTO BLU AGLI STRUMENTI E ALLE PROFESSIONALI COMPETENZE
DELLE ALTE CARICHE DELLO STATO MONDIALE!
E tutta l’assemblea ripeteva: sì, amen.

Intorno al Presidente distrettuale lavoravano instancabili quattro solenni commissioni : una sulla lotta permanente contro il pericolo psicologico per la popolazione dei biechi complotti internazionali orditi contro il governo mondiale; una sui danni della falsa cultura nei soliti covi universitari; una per l’abolizione dell’ultima riserva marina che si nascondeva nel mondo, rinnegando le prerogative di necessario sviluppo economico del territorio; la quarta commissione stabiliva i validi motivi per giustificare l’aumento del mensile dei deputati a un miliardo.

E il Presidente aprì il libro dell’ “abominio della desolazione", e canticchiò: “Ogni perfetto deputato apra una pagina di gloria” (c'est seulement infamie et corruption, commentò la mia guida, Dantina).
I sempre-vecchi sempre-giovani presenti, a turno aprirono una pagina, ed io ridevo piano, finché uno non riuscì a sfogliarla. Era il deputato FABIO CHENONCENTRA.
Nessuno seppe spiegare da quali liste sbagliate fosse stato erroneamente ripescato, a causa del sistema proporzio-maggior-minoritario, né si capiva perché lo avessero lasciato entrare, senza giacca e cravatta di rito. Fabio si avvicinò di nuovo al libro, ma la pagina proprio non si aprì. Allora i questori lo presero a forza gridando:
TU NON SEI DEGNO DEI BONUS-SEDUTA, DELLA SCORTA, DEI BIGLIETTI AEREI RIMBORSATI, PERCHE’ NON HAI LA TUA PAGINA DI GLORIA.
A TE NON SARA’ DATA NESSUNA POTENZA E RICCHEZZA.
Ma non posso soffermarmi sulla storia della causa contro di lui, sullo stato che si fece inutilmente parte civile contro il suo errore.
Restavano ancora 7 pagine, e gli ultimi 7 onorevoli fremevano, erano gli assessori distrettuali.

Quando il primo assessore aprì la pagina, con sollievo il capo dei questori comunicò ai giornali: "Ecco, il distretto s’impegna...”, ma si vide solo una spider rossa con dentro un fucile mitragliatore, forse un dono di elettori eccellenti.
Il successivo assessore aprì la seconda pagina, e venne a galla il sangue di chi era stato sgozzato o strangolato per mafia in quella città in quel giorno feriale, il sangue di buoni e cattivi senza distinzioni.
Alla terza pagina il capo-questori comunicò di nuovo alla stampa:
“Ecco il distretto s’impegna...”, e uscirono fuori tonnellate di quintali di scorie radiattive illegalmente nascoste fino ad allora nei fiumi, nei bacini,nei mari, nel sottosuolo di quella terra, scorie da tutte le nazioni, che continuavano ad affluire come un oceano sterminato.
Quando il quarto assessore aprì il foglio, furono emanati altri dieci comunicati; allora si materializzarono eserciti di poliziotti e magistrati morti ammazzati nei cento anni precedenti.
Questi fantasmi restavano silenziosi, l’assessore cercava di non toccarli per non sporcare la giacca firmata. I commessi dell’assemblea accorsero per avvolgerli con camici bianchi...
qualche veste la lasciarono negli armadi, perché risultavano in elenco alcuni funzionari appena saltati in aria che non erano presenti all’appello. (I soliti disfattisti? Si chiese un deputato. Dantina mi assicurò che li avremmo rivisti).

Al quinto assessore, si mescolarono a caso armi convenzionali, frutta e verdura al pesticida, bustine di cocaina, miliardi di pratiche inevase, baby-pensioni miliardarie, diplomi falsi, appalti gonfiati, virus per la guerra batteriologica, tangenti, quindicesime, sedicesime, bombette atomiche e mucchi di dollari.
Quando il sesto assessore sfiorò la sua pagina, i deputati telefonarono per ordinare autobotti d’acqua dalla capitale... il capo dei questori denunciò con indignazione agli inquirenti e al corpo forestale l’incendio dell’ultimo albero mondiale, l’ultimo in assoluto, era stato nascosto in segreto in un orto botanico - in aggiunta a questo, tra i pianti degli speculatori mafiosi, non c’era più una sola goccia d’acqua naturale in tutta l'isola; il governo mondiale doveva emanare un decreto d’urgenza per riempire almeno i recipienti delle ville degli onorevoli ancora residenti nella nostra terra.
E 4 giornalisti corsero alle sedi televisive, e avvisarono che, per ricevere un bicchiere di minerale al giorno, gli isolani dovevano inoltrare relativa documentazione presso gli uffici competenti - questi entro 40 giorni avrebbero rilasciato un tesserino rinnovabile annualmente agli aventi diritto. I deputati ripeterono infuriati: amen!

Ma ormai era mezzogiorno, io e Dantina non avevamo fatto neanche colazione. Tanto sarebbe stato inutile restare ancora nella sala: non avevamo cravatta o carte di credito, la fame si faceva sentire, il mio telefonino era scarico - e poi c’era un baccano d’inferno, gli onorevoli si pestavano tra loro per chi doveva entrare prima alla sala dei rinfreschi - il settimo assessore aveva macchiato di brillantina la settima pagina dell’abominio-desolazione. Quando uscimmo, l’assemblea dietro di noi era un terremoto di bestemmie e grida in strani dialetti.
(Continua)

3 commenti:

  1. Non l'ho letto tutto, ma mi sembra molto interessante. La Chirco l'ha trovato molto "intellettuale, alto". L'unico problema è che occupa un pò troppo spazio del blog. Bisognerebbe trovare il modo di nascondere una parte del racconto. Enzo

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  2. Una prosa sarcastica e nella quale mi ritrovo perfettamente a mio agio!
    Penso che tra le righe si legga una realtà tagliente e blasfema… fatta a misura d’Uomo, dove da bravi spettatori castrati, unicamente ci è consentito “vivere” nell’illusione che proprio davvero nulla potrà cambiare!
    In un sogno, condotto dalla sagacia fanciullesca di “loro” che solo possono seguire il destino tracciato da “noi” impotenti… Ancora una volta i Fanciulli, i Bambini… e penso Dantina parli per tutti loro!
    Un sentito plauso a Guido…
    Claudine Giovannoni
    http://claudine2007.splinder.com

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  3. La realtà della nostra infelice terra viene trasposta in modo tragicomico, la mia reazione è stata di sbottare a ridere quando hai descritto i 4 questori che, per quanto mi ricordassero le tre fiere dantesche, mi hanno strappato una risata. Lo trovo divertente, una sur- reale visione del nostro tempo. Mi ricorda un pò M. Serra. Molto Bello! Sandra Collura

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