Sepolto. Cieca la sua ombra. Polvere avvolta dalla luce.
Egli danza, innalza inni, sorride: egli è una marionetta; recita il copione dei fantasmi; modula l'armonia di parole mai pronunciate. Si chiama "uomo": chi è mai tuttavia questo celebre "uomo"? Può muoversi l'icona della morte, se trascinata dal respiro della vita?
Egli adora tessere le trame del tempo, intrecciare il suo pensiero di seta in infiniti tessuti di spazio, proprio simili alle nuvole, per poi darli crudelmente alle fiamme e vederli fluire nel vuoto, ormai nell'aspetto della cenere. Spesso infatti la sua anima, avvolta dal tiepido tepore della memoria, illumina i frammenti di una nebbiosa speranza, come il sole del crepuscolo oscurato dalle ombre della prima sera.
Egli vede la luce, ma non scruta i colori. Tuttavia il trepido furore di una morta vita, la fuga anelante dal gelido torpore, sfiorano il povero viso, estasiato dal lieve tremore dello spirito, con una lacrima. L'uomo dimentica lo stupore. Dio scopre il velo del pianto: "Grande, placida, come in un fresco, luminoso oceano di silenzio, gli stava di faccia la Luna." (Luigi Pirandello - Ciàula scopre la Luna)
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