domenica 26 febbraio 2012

MOI, LE MAT

by Silvia Dello Russo
photo by guido monte

Chissà da dove arrivi
Tu
Rivolto ad oriente
Con il fagotto del tuo vissuto
Della tua mente
E dove guardi
E come parli
Chissà se ascolti
Cosa senti
Cosa porti
Chissà se ami pure tu
cosa vedono i tuoi occhi
Laggiù in fondo
Dove volgi mai stanco
Il tuo inarrivabile sguardo

E la lingua
Sì la lingua
Qual è la tua?
Parli la lingua che nessuno conosce
che dice il vero
che fende l'animo
Lingua la tua che tutti fuggono

Ti chiamano Matto
Lo sai
Lo so

Aspetta un momento
Prendo tre pietre preziose
E
Vengo con te

sabato 25 febbraio 2012

Stupor Mundi - Settimanale di informazione in lingua siciliana (n° 27)



Edizione n°27 del 24 febbraio 2012, chiusa alle ore 12:00 del 23/02/2012.

- Note linguistiche:

I vari termini sono trascritti seguendo i dizionari del Mortillaro e del Pasqualino.

- Città e località di Sicilia citate nelle notizie: Alcamo, Barcellona Pozzo di Gotto, Catania, Corleone, Gela, Messina, Priolo, Termini Imerese.

Night and day


di Laura D
Nel pacifico c’è un’isola, alcuni la chiamano Pacific Trash Vortex, si tratta di un enorme isola di rifiuti di plastica che galleggia nell’Oceano Pacifico, il suo peso di 3,5 milioni di tonnellate continua a crescere. Si tratta della più grande discarica del Pianeta…per chi volesse riflettere e approfondire il tema dei rifiuti a Palermo questa settimana. Presso la Sala delle Lapidi, al Palazzo delle Aquile in Piazza Pretoria, il 25 febbraio alle ore 9.30, è previsto un incontro dal titolo "La Giornata dei rifiuti a Palermo: Un'altra realtà è possibile". Modera Ignazio Panzica, giornalista; con Peppino Di Lello, magistrato ex europarlamentare, Raphael Rossi, tecnico della gestione dei rifiuti e testimone di giustizia, Luca Boccalatte, consulente ambientale. Il programma prevede di analizzare i temi sulle raccolte differenziate, la valorizzazione della frazione organica e il trattamento del rifiuto residuo con dibattito finale alle ore 12.00. L’ingresso è libero

mercoledì 22 febbraio 2012

Quando Zenobia abitava a Palmira



di Francesca Saieva
photo by Maria Venere Licciardi

Quando la regina Zenobia viveva a Palmira era il III sec. d.C. e la Siria, l’Asia Minore, l’Arabia e l’Egitto sognavano autonomia culturale ed economica. La “signora d’Oriente”, grande stratega, apriva, infatti, le porte ai carovanieri sulla ‘via della seta’, rendendo Palmira (patrimonio archeologico) città ricca e cosmopolita (al seguito di una potente e rigogliosa Damasco).
Che il sogno di Zenobia si sia infranto? Di certo, ciò è a noi noto da tempo, ma mai come in questi ultimi giorni sembra ‘rinverdirsi’ il suo ricordo e il suo ‘tempo’.
Il “Patrimonio dell’Umanità” (così Palmira è stata denominata dall’Unesco) è da giorni assediato e ciò che fa ancora più pensare, si legge ripetutamente, su più testate giornalistiche, “sparano su tutto ciò che si muove”.

domenica 19 febbraio 2012

Stupor Mundi - Settimanale di informazione in lingua siciliana (n° 26)



Edizione n°26 del 17 febbraio 2012, chiusa alle ore 12:00 del 16/02/2012.

- Note linguistiche:

I vari termini sono trascritti seguendo i dizionari del Mortillaro e del Pasqualino.

- Città e località di Sicilia citate nelle notizie: Acireale, Alcamo, Barcellona Pozzo di Gotto, Brolo, Castelvetrano, Catania, Cinisi, Collesano, Messina, Palermo, Priolo, Siracusa, Termini Imerese, Trapani.

sabato 18 febbraio 2012

Lettere insulari a Francesca Saieva - Quotidianità, tra successi e pretese

Lettere 'insulari', rubrica a cura di Francesca Saieva
Se volete condividere pensieri, idee e perplessità, scrivete a francescasaieva@gmail.com

Cara Francesca,
ho quasi 70 anni e ti chiedo, se per una donna della mia età, esiste ancora un po' di futuro. Spero tu possa rispondermi, grazie.
Marilena da Piove Di Sacco (PD)

Cara Marilena,
qualche mese fa ho assistito a un convegno organizzato per una università della terza età. L’età media del pubblico partecipante era over 70; un pubblico presente e contento di esserci (ovvero di essere lì in quel preciso momento) seppur non più ‘giovane’.
Io credo che l’interrogativo che mi sottoponi vada al di là del relativamente giovane o anziano; piuttosto penso indichi un malessere generazionale.
Ben lungi dal dare semplici consigli d’intrattenimento mattutino e pomeridiano (palestre, centri culturali e ricreativi) per i ‘non più giovani’, mi soffermo su quel senso di disagio e d’inadeguatezza che mi sembra, permettimi di dire, di cogliere nelle tue parole. Un disagio che non ‘ghettizzerei’ a fasce di età, in quanto il senso d’isolamento (in questo caso non nella sua accezione positiva) è ormai largamente diffuso, nell’accomunare ‘vecchie’ e ‘nuove’ esigenze.

Recensioni parmigiane

by Silvia Dello Russo

Gli Elisir del Diavolo” di Ernst Theodor Hoffmann
(titolo originale dell’opera “Die elixiere des Teufels”, Reclam 1815)

Uno specchio che s'infrange e si frantuma in mille pezzi, che rifrangono, distorti, un'immagine, più immagini, di un unico io.
Francesco, Frate Medardo, il conte Vittorino: plurimi volti, plurime vite di un unico protagonista che nei mille frammenti dello stesso specchio vive tante forme, reali o speculari che siano.
Un gioco circense, quasi da illusionisti, lo stile che l’autore utilizza nella redazione di uno dei più bei romanzi della letteratura tedesca, al punto che gli stessi Jung e Freud ne considereranno, nel percorso dei loro studi, l’esemplare intreccio dei moti di un animo solo e di una mente sola, che in mille frammenti si disgregano per ricomporsi ogni volta sotto forme di vita e di pensiero nuove. Quasi in un solo individuo potesse albergare più di un’anima.
Che la potenza letteraria di Hoffmann sia arrivata fino ad oggi, non passando solo per i padri della psicanalisi, ma arrivando addirittura ad un nostro contemporaneo quale Zafon, lo dimostra “l’ombra del vento”, laddove l'impalcatura su cui è architettata la storicità nello stile gotico del padre degli elisir.

venerdì 17 febbraio 2012

Night and day

di Laura D
Il filosofo K.R. Popper colse il profondo significato simbolico della Torre di Babele  affermando che
 ”se non ci fosse stata avremmo dovuto costruirne una”. Secondo lui infatti essa non rappresenta la confusione di linguaggi che Dio lanciò sugli uomini per punire la loro superbia, ma la benedizione della diversità di linguaggio. Nonostante le difficoltà che comporta un idioma differente da quello corrente come la fatica della traduzione; con più lingue non si corre il rischio che una sola divenga l'unica rappresentazione veritiera del mondo. Diceva ancora Popper “la libertà è più importante dell’uguaglianza, il tentativo di attuare l’uguaglianza è di pregiudizio alla libertà …”. Un invito ad andare oltre lo scetticismo e trarre beneficio da linguaggi diversi, lo offre questa settimana.

Una riflessione

di Salvo Balsano

L'apparenza dell'uomo è espressione del nulla. La materia fondante dell'ente razionale segue la progressiva consumazione della sua stessa forma. La scienza dell'assoluto danza fra i sogni dell'ordine, avvolta dal manto della conclusione: risuona l'inferno delle lacrime, il pugnale della colpa gronda del sangue della libertà, vibra l'eterna eco dell'agonia: "ἀποθανεῖν θέλω" (Petronio-Satyricon; T.S. Eliot-The waste land). L'uomo è putredine e decomponente materia carnale. Egli assume le variopinte forme della sua maniaca perversione: sarà l'ultimo scarto dei vermi più voraci, lacrima della morte, figlio "scalciato" dal padre. Porterà acqua sul suo volto, ma la frenetica radiazione dell'odio oscurerà il suo sguardo, forgerà le catene dell'autorità, dirigerà la danza delle Erinni. "Vedo che noi, quanti viviamo, null'altro siamo se non fantasmi o vana ombra" (Sofocle-Aiace). Io non vedo, ma prego gli angeli della poesia, che fu e che è, di concedere il loro sacro unguento per la rinascita del primordiale seme della speranza. Forse allora il verso sarà la memoria del Tutto e l'eterno riflesso dell'infinito.

lunedì 13 febbraio 2012

Riflessioni a mente fredda sui Forconi siciliani.



di Fulvio Pesco
(video di Fonso Genchi)

La rivolta siciliana di queste settimane e, in parte, anche quella sviluppatasi per imitazione oltre lo Stretto, senza volerlo ha misurato un po’ di “distanze”.
Innanzitutto la distanza che c’è tra la società reale e quella virtuale; e non ci riferiamo a internet ma a quella presentata e rappresentata dai media “importanti”,

sabato 11 febbraio 2012

Di pinta

by Silvia Dello Russo

Chiedimi
Perché la tua schiena è una bianca tela
Domandami
Di prender le tue mani tra le mani ed ascoltarle
Porgimi la tua cassetta dei colori ancora nuova e
Allungami le tue mani trasformate in pennelli
Dipingimi
Sulla tua schiena
Dipingi i chiaroscuri
Dipingi
Come un direttore d'orchestra
Danza con le tue braccia tra le pieghe mie
Mentre dai tuoi gomiti cola il colore tuo denso
Spiegami
La bellezza
Raccontami
Tutto
Danzami per i tuoi pensieri
Colorami per i tuoi vissuti
Ascoltami per i tuoi sogni
Chiedimi
Scrutami
E infine
Scoprimi

Stupor Mundi - Settimanale di informazione in lingua siciliana (n° 25)



Edizione n°25 del 10 febbraio 2012, chiusa alle ore 12:00 del 09/02/2012.

- Note linguistiche:

I vari termini sono trascritti seguendo i dizionari del Mortillaro e del Pasqualino.

- Città e località di Sicilia citate nelle notizie: Catania, Messina, Ortigia, Palermo, Siracusa, Trapani.

mercoledì 8 febbraio 2012

Valzer degli spiriti muti

by Marco Ferrante


Io la vedo sempre la morte,
passo le mie giornate a vederla danzare
dentro alcune bambole di ceramica che ballano un jazz molto lento
o a dei pagliacci che ballano un boogie woogie senza tenere il tempo (con un bastone).
Muoio dalle risate ogni volta che prendo in prestito gli occhi di un cieco
Li guardo tutti avvolti da ovatta e muoio per un ora o due.
Vedo gente ammazzarsi ogni giorno e non mi sembra che altri abbiano cercato
Cose diverse coi loro ritmi lenti cerebrali
Che si sforzano di capire una danza africana
Per un sogno d’amore.
Battono il tempo e poi li prendono via
Toccata e Fuga.
Giro lento di walzer di anime,
spaccio erotico di un blues ripetitivo
sotto schemi di droghe auricolari
su quattro ruote che viaggiano come cento cavalli
cantando un brano medievale
e muovendosi appassionati a ritmo di tango.
Fuori tempo.
Fuori tempo.
Fuori tempo.
Vedo la morte ovunque.
Il mio piccolo ritratto sfumare.
Un coro di spiriti che si spegne.

martedì 7 febbraio 2012

Il sorriso e la rabbia parte II (Il sorriso di Michela)



di Raimondo Augello
Qualche giorno addietro abbiamo presentato su questo blog il video del brano musicale “Ninco Nanco” di Eugenio Bennato, prendendo spunto dall’incontro con l’autore  tenutosi presso la libreria Feltrinelli lo scorso 31 gennaio. Abbiamo anche raccontato come in tale occasione il cantautore napoletano abbia pure presentato un brano di rara intensità emotiva, “Il  sorriso di Michela”, in cui rievoca la figura di Michelina De Cesare, fiera e bella “brigantessa”, metafora del coraggio femminile spinto sino al sacrificio estremo perseguito in difesa dei propri ideali. 

Politica e speranza

di Enzo Barone
Si è svolta sabato 4 e domenica 5 febbraio l’Assemblea regionale dei Movimenti Civici della Sicilia. Per chi non avesse contezza di cosa siano i movimenti civici e perché si siano riuniti in assemblea si può brevemente e con semplicità didascalica dire che un gruppo di associazioni diffuse nel territorio regionale, animate dagli stessi principi ispiratori, ha ritenuto qualche anno fa utile per la prima volta collegarsi in una rete diffusa, che non si propone di essere solo uno strumento di connessione tra le parti, ma un vero coordinamento unitario per formare un organismo coeso e unitario nella molteplicità.
Quali i principi di cui si parlava? Nulla di straordinario o di sconvolgente. Come si legge nella carta etica di cui i movimenti stessi si sono dotati (il cui testo è allegato a questo articolo): si sottolinea da un lato l’evidentissima deriva morale, economica, valoriale che angustia il nostro paese e si prospetta quindi come antidoto il vero perseguimento del Bene Comune civico, il primato della persona e come fondamenti dell’agire libertà, eguaglianza, fraternità, solidarietà, sussidiarietà, laicità infine.

lunedì 6 febbraio 2012

dormiveglia

by guido monte

lascio ogni contatto importante,
resto nell’ombra oscura
che mi permetta però
di lasciar crescere altri,
svanisco tranquillo senza conoscenze
o ricordi… e quando proprio voglio
lasciare qualcosa, la scrivo sul foglietto
di un notes e lo consegno a una sola
persona, insieme a qualche frammento
di pietra nera lavica, mentre qoelet da
lontano c’invita ancora a far festa.

è stato già detto tutto,
anche se possiamo ripeterlo
e disperderlo di nuovo, spostandolo
tra vento e rugiada per ricordare ad altri
l’essenziale, oltre i muri interiori
che di solito ci chiudono; un cenno
(il balbettio di un barbone)
che ci porti a turno
sul fondale basso e trasparente
di questo enigma che viviamo,
tenebroso luminoso indecifrabile
pneuma returning home

mescolo e sfoglio a casaccio pile
di libri (leggerli davvero
è solo dei giovani),
poi mi distendo per lo ỳpnos in cui
rientriamo finalmente per un po’
nel gran mare dell’essere…
ma
nel dormiveglia, con un occhio solo,
ecco ancora un pensiero prima
del sonno, tra i rumors dei tanti
che ti scaldano dal freddo
della dimenticanza e ti richiamano
all’origine primeva di tutto,
pensiero-piuma
che domani mi rimodulerà
con il nuovo giorno e con le origini
della creazione, eccolo:
nel labirinto frantumato del mondo
non cercare più teorie, ma accetta
il semplice ascolto
delle parole emergenti dal caos;
non serve cercare parole come
un collezionista di libri, la verità
è già lì, davanti agli occhi,
sul balcone, in un volto
o sul bordo del marciapiede.


sabato 4 febbraio 2012

"Stupor Mundi" - Settimanale di informazione in lingua siciliana (n° 24)



Edizione n°24 del 3 febbraio 2012, chiusa alle ore 12:00 del 02/02/2012.

- Note linguistiche:

I vari termini sono trascritti seguendo i dizionari del Mortillaro e del Pasqualino.

- Città e località di Sicilia citate nelle notizie: Alcamo, Barcellona Pozzo di Gotto, Catania, Palermo, Piano Battaglia, Priolo, Salemi, Siracusa, Trapani.

venerdì 3 febbraio 2012

Night and day

di Laura D
Quando di notte si fa ritorno nella propria abitazione, nel buio più completo, basta una piccola pressione su di un interruttore per illuminare a giorno la stanza. Per capire come fare ci sono voluti più di 2000 anni. Il filosofo greco Talete nel 600 a.c. aveva compreso il fenomeno elettrostatico, ma solo all’inizio del XX secolo d.c. alcune fra le città più all’avanguardia del tempo furono dotate di una rete d’illuminazione elettrica, tra queste Parigi, denominata “La città della luce”; diventò un luogo vivibile anche di notte, acquistando quel fascino romantico che ancora oggi attira i più sentimentali. Per chi avesse voglia di una passeggiata virtuale nella capitale francese
sabato 4 febbraio alle ore 18.30 presso l’Istituto di Cultura francese in via Paolo Gili, 4, si inaugura la personale fotografica di Domenico Aronica, Paris - Scatti d’autore. Centoventi scatti d'autore per raccontare la città. Una mostra imponente, composta da fotografie scattate nella capitale francese fra il 2004 e il 2008 della metropoli.

La stanza






by Silvia Dello Russo


Non conosco l'antica Danza


che proviene da queste terre lontane


i miei passi inciampano mentre leggiadri e leggeri


la musica li invita a seguirla


Intorno a me i profumi
avvolti a me i colori
Incalzanti ritmi
invitata alla danza della realtà
vestita da ballerina
slego i capelli
tolgo le scarpette
slaccio il tutù
e i pensieri della mente
e piano i miei piedi
danzano
alleggeriti
risvegliati
ridenti
Ora danzano
leggiadri e leggeri
Ed io nei profumi
di questi colori
d'incalzanti ritmi


SDR

giovedì 2 febbraio 2012

travel di elisa



by guido monte


a viviana e ai suoi scritti segreti
vivi lontano, elisa, ma sei di quaggiù.
non sai più chi sei, o se sei ciò che non vuoi…
vuoi guardare attraverso di te,
oltre la belva-città che freme, tra tralicci e cisterne vuote,
la città dei pazzi che ti guarda e non ti riconosce,
e tu non riconosci lei, e neanche
il lontano che ora abiti.

tuo padre indossava un maglione colorato,
e tua madre da un campo di fiori ed erbe
cantava di pirati sbarcati
con le facce d’inferno… oggi i pirati
correrebbero tra cumuli di munnizza.
ora stai camminando tra vecchie fontane
di qui, cerchi di ricordare quando le osservavi
quattrocento anni fa, e un istante dopo
sei di nuovo lontana, sulla neve, d’inverno,
su un lago ghiacciato ti perdi nei sentieri
e nel frattempo un clochard muore
abbandonando i suoi portafortuna.
pure la neve lontana ha i suoi morti,
come quaggiù…
allo stesso modo lì esistono uomini abbandonati,
uomini pazzi, e i capi-clown
spadroneggiano, dando ordini magari
mentre prendono al tuo fianco un caffè.

elisa, come me non riesci più
a sentirti cittadina di qualcosa, poi
ti osservi e ti senti vicina e lontana
da tutto…
cerchi dentro
una possibile legge dei ritorni,
nella borsa prepari i rami secchi
di quello che è stato, sarà ed è ancora,
che torna e non torna, naviga
dentro i confini dell’essere interiore
nascosto in te e in ciascuno.

il sorriso e la rabbia


di Raimondo Augello
Martedì 31 gennaio, presso la libreria Feltrinelli di Palermo, si è tenuto un incontro con Eugenio Bennato in occasione della presentazione della sua ultima raccolta, “Questione meridionale”. L’evento è stato organizzato in concomitanza con il concerto che il cantautore napoletano insieme al suo gruppo, Taranta power, avrebbe poi tenuto la sera stessa al teatro Dante. Bennato ha brevemente raccontato la storia della propria esperienza artistica, a partire da quando, più di trent’anni fa, giovane musicista, insieme a Carlo D’Angiò aveva intrapreso un sodalizio artistico che avrebbe portato entrambi in giro per i paesi e le contrade più sperduti del nostro Sud alla ricerca delle tracce di una cultura musicale che costituiva un patrimonio cui attingere immenso ma nascosto.