sabato 26 ottobre 2024

Franco Salvo: una prospettiva storica. I Diritti di Libertà "Dalla Magna Charta alla Costituzione Italiana"

           


           di Rosario Ales 

In occasione del quarantennale dalla morte del professore di Storia e Filosofia Franco Salvo, alcuni alunni ed ex alunni, non più giovani del Liceo Umberto I di Palermo, hanno avvertito la necessità non soltanto di rendergli omaggio con un convegno svoltosi il 15 dicembre 2023 nella stessa scuola dove ha insegnato, ma soprattutto un momento di riflessione e di commento ad alcune pagine memorabili da lui scritte, tratte dal libro cult per quei tempi su cui hanno studiato generazioni di studenti, con una impostazione didattica innovativa dell'educazione civica "I Diritti di Libertà" nel percorso storico "Dalla Magna Charta alla Costituzione Italiana", edito per la prima volta nel 1959.

Un manuale pensato per introdurre i giovani delle scuole superiori allo studio della Costituzione Italiana, spiegando l' evoluzione dei diritti umani in una prospettiva storica, novità assoluta nel panorama della manualistica scolastica di quegli anni, testo scolastico che veniva proposto agli studenti del liceo ad integrazione del manuale di storia dal titolo La città dell'uomo di Salvo, Rotolo, 1966, di cui negli anni successivi vennero redatte altre edizioni (Salvo, Rotolo, Benvenuti 1976, 1980).     


I lavori del Convegno sono stati introdotti da un giovane studente, maturatosi al Liceo Umberto Rolando Pezzati, che si è fatto ispirare da alcune brevi ma significative affermazioni del professore Salvo tratte dal libro di educazione civica "I Diritti di Libertà": "Nel dialogo ragionato maturano le certezze, si verificano le convinzioni, si abbandonano i pregiudizi, si scopre il limite di ogni intolleranza civile e culturale" ; lo stesso studente ha evidenziato come le materie di educazione civica e storia che ha insegnato il prof. Salvo costituiscono per le giovani generazioni, ancora oggi, un riferimento allo studio dei diritti di libertà, ai valori della democrazia, un' eredità di principi e valori da trasmettere e rinnovare nel presente. (L'eco dell'Umberto - fonte audiovisiva "Franco Salvo, 40 anni dopo" trasmessa in streaming su You Tube).

Ha svolto da moderatrice la conduzione del Convegno la prof.ssa Livia Romano, anch' essa è stata alunna al Liceo Classico Umberto I di Palermo nella sezione C, scuola dove insegnò il professore Salvo dal 1945 al 1981. La stessa Romano nel suo intervento ha delineato i tratti più significativi del profilo biografico e formativo di Franco Salvo dal punto di vista esistenziale e culturale nello sviluppo del suo lavoro storico-critico e nel fervido impegno didattico (lavoro presentato al Convegno "Franco Salvo, 40 anni dopo" cit.).

A questo convegno sono intervenuti e hanno dialogato con gli studenti oltre la prof.ssa Livia Romano, la prof.ssa Daniela Musumeci, l'Avv. Antonio Brucoli, il prof. Augello Raimondo, il prof. Francesco Giardina e il prof. Pippo Macaluso che ha letto alcune lettere del prof. Salvo indirizzate alla moglie Gemma Barcellona, scritte durante la II Guerra Mondiale quando nel 1943 fu fatto prigioniero dalle forze alleate e deportato per due anni in Africa (Algeria) nella triste situazione di prigioniero di guerra e proprio in questo periodo Franco Salvo matura una diversa visione del mondo, aderendo al materialismo storico e al marxismo "visse una crisi esistenziale e religiosa: superato il cattolicesimo, aderì al marxismo, divenendo ateo, comprese il valore educativo della memoria storica e l’urgenza di un impegno politico e culturale in vista della costruzione di una società democratica." ( Livia Romano - Il professore Franco Salvo. Un maestro dei diritti di libertà a Palermo nella seconda metà del Novecento - AA.VV. Itaca,  2018 © Pensa MultiMedia Editore ).



Nel suo intervento la prof.ssa Romano ha ribadito come il prof. Salvo visse l'insegnamento come missione laica orientata a formare le nuove generazioni alla libertà, alla responsabilità e ai principi fondanti della Costituzione; durante le sue lezioni "spiegava i diritti di libertà entro una prospettiva storica", che considerava la più adeguata ad insegnare l'educazione civica.

Nell'esperienza personale dello  scrivente e della stessa Romano e di tanti suoi allievi, Franco Salvo fu "un educatore autorevole, ma mai autoritario, una figura rappresentativa della scuola palermitana negli anni del secondo dopoguerra."(cit. Romano 2018) Negli anni delle contestazioni studentesce, ben lungi dall'essere un cattivo maestro che ispirasse alla lotta armata, "formava le loro coscienze alla riflessione, all'impegno socio-politico e ad esercitare, attraverso la partecipazione attiva, il controllo nei confronti delle istituzioni politiche." (cit. Romano 2018).

Gli argomenti individuati dai relatori si richiamavano ad alcuni passi del libro di educazione civica di Franco Salvo “I Diritti di Libertà” nel confronto con l'attualità dei diritti dell' uomo nella realtà storica di oggi con particolare riferimento ai principi della Costituzione. La Prof.ssa Musumeci, pur non avendo avuto F. Salvo come insegnante, ha sviluppato il profilo del Professore come intellettuale di sinistra e come storico in relazione all'evoluzione dei diritti civili, sociali e politici. Iniziando la sua riflessione da un presupposto filosofico, ha citato un' allieva di Marcuse la filosofa Angela Davis "l'identità si costruisce giorno per giorno attraverso relazioni sociali, quindi origine storica oltre che genetica, intersezione di diversi fattori: sesso, lingua, religione, orientamento politico-culturale, classe sociale..." (lavoro presentato al Convegno "Franco Salvo, 40 anni dopo" cit. )  richiamando una dinamica nell'esercizio della libertà, affermata dallo stesso Professore Salvo, come processo di "liberazione da ogni forma storica di servitù civile, sociale e politica" ( p.20 F. Salvo - I diritti di libertà Palumbo, 1974).

La stessa Musumeci ha colto del professore Salvo il metodo storico afferente il paradigma della complessità, la valorizzazione delle differenze, la visione geo-politica della storia mondiale e nazionale, la responsabilità storico-critica dell' intellettuale e l'ancoraggio a una visione marxista della storia.

Con riferimento alla Costituzione italiana la prof.ssa Musumeci ha evidenziato come sono rimaste disattese dalla politica neoliberista le dichiarazioni formali sancite dalla Costituzione all' art.3 riguardante il principio di uguaglianza e per altro aspetto l' articolo 11; riferendosi al presente storico si è ricollegata a rilevanti documenti sui diritti dell'uomo, proclamati ma nella prassi non completamente regolamentati dai Paesi firmatari, come la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea denominata la Carta di Nizza, la Convenzione di Istanbul del 2011 sulla prevenzione, protezione e condanna della violenza contro le donne e la violenza domestica e la Carta di Lampedusa dell' 1 febbraio 2014 sulle attività connesse alla prima assistenza ed accoglienza delle persone migranti.

 

 

 


  Manuale di storia Salvo-Rotolo    

 

                                                                                               

                              

Successivamente al sopra menzionato Convegno è intervenuto l' Avv. Antonio Brucoli il quale si è soffermato sull' ordinamento dello Stato italiano fondato sul principio repubblicano e democratico, richiamando anche il principio di eguaglianza formale e sostanziale sancito dall' art.3, comma 2 della 

Costituzione, a cui il professore Salvo era particolarmente sensibile, avendo la finalità di promuovere l'eguaglianza sostanziale per quel complesso di diritti ordinariamente chiamati diritti sociali, per distinguerli dai diritti di libertà, detti anche diritti individuali "ascrivibili all'individuo, diritti di libertà nei confronti dello Stato" (lavoro presentato al Convegno "Franco Salvo, 40 anni dopo" cit. ) come il diritto di proprietà e di libertà economica promosse dallo Stato liberale in tensione dialettica con la democrazia sociale che sostiene i diritti sociali proclamati dalla Costituzione come i diritti all' istruzione, al lavoro, alla salute e alla giustizia.  

Lo stesso Avv. Brucoli ha richiamato alcuni riferimenti teorici che il professore Salvo citava a lezione come la nozione di sovranità popolare ricollegandosi al concetto di volontà generale in Jacques Rousseau, spettando al popolo sovrano il controllo dello Stato e le decisioni politiche e civili dovranno essere prese dalla volontà generale. Lo stesso ha accennato ad alcuni aspetti storico-costituzionali dell'organizzazione dello Stato Italiano, secondo il principio della separazione dei poteri: il potere legislativo attribuito al Parlamento (in virtù del principio del bicameralismo paritario voluto dai costituenti), al governo spetta il potere esecutivo, mentre la magistratura, indipendente dall'esecutivo e dal potere legislativo, esercita il potere giudiziario.

La conduttrice del Convegno, la prof.ssa Romano ha accolto con viva commozione l'intervento del prof. Beppe Cipolla, prima allievo di Franco Salvo e poi genero, avendo sposato la figlia Giusi. La sua testimonianza ci ha mostrato un profilo particolare di Salvo, come uomo e come intellettuale laico, rappresentandolo nella sua umanità e nella sua interiorità, raccontando del passato di giovane studente impegnato nel periodo fascista come dirigente dell'Azione cattolica, l'assimilazione della pedagogia di Fazio-Allmayer, di cui divenne allievo e amico; dopo la laurea la crisi esistenziale durante prigionia in cui maturò l'adesione al marxismo. (Convegno "Franco Salvo, 40 anni dopo" cit.)

Beppe Cipolla ricorda la frase di S. Agostino “In interiore homine habitat veritas”, che spesso veniva citata da Salvo, interiorità intesa non nel senso di chiusura in se stessi, ma come ricerca che facciamo dentro di noi, verità che si muove nella polarità dello stato di coscienza soggettivo di certezza o dubbio, che per Salvo come per S. Agostino significava rendersi consapevoli nel presente ai grandi processi storici.

Un altro aspetto del prof. Salvo è esemplare, come ha ricordato lo stesso Cipolla, il rispetto genuino per la dignità della persona, quel senso di umanità "quella fiammella che alberga in ciascuno di noi"; atteggiamento che ritrova nel giudice G. Falcone ( libro intervista con M. Padovani "Cose di Cosa Nostra" ed.Rizzoli ) quando interrogava gli imputati di mafia attingendo a quella scintilla di umanità, di verità presente in ogni uomo (* lo stesso Falcone ha avuto F. Salvo come insegnante di Storia e Filosofia al Liceo Umberto I  e lo considerava un "maestro di vita e di formazione" ).

               Altra lezione di Franco Salvo era l' espressione «Parigi non vale una messa» cioè la propria dignità su quello in cui si crede, la difesa dei propri valori non sono vendibili in nessun momento, "la sua coerenza era il suo modo di essere nel rispetto per l' altro" e lo stesso Cipolla ha ricordato un aneddoto che "quando ai funerali del Prof. Salvo lo ha raggiunto un suo ex compagno di classe, un tale Sergio, che di studiare a scuola non voleva sentir parlare, gli disse che per lui il Professore Salvo è stato l'unico che lo ha trattato con dignità come uomo."  Anche nelle interrogazioni di storia e filosofia, Salvo "non cercava i limiti dell'alunno ma valorizzava gli elementi positivi, su cui evidentemente poteva contare". In conclusione il genero del prof. Salvo ha  raccontato un episodio di vita privata di quando Salvo, sdraiato di fronte al cielo stellato, rievocava il celebre epitaffio di I. Kant “Il Cielo Stellato Sopra di me, la legge morale dentro di me” (Convegno "Franco Salvo, 40 anni dopo" cit.).

               Nel successivo intervento al suddetto Convegno, il prof. Augello ha rievocato un significato alto della democrazia per i greci, riferendosi a Pericle ha prospettato ai fini dell'educazione del popolo l' importanza del giudizio estetico, considerato come capacità di giudizio su ciò che si andava a votare e che si concretizzava nel distinguere il bello dal brutto, affermando che "in democrazia bisognerebbe educare le persone al bello, prima ancora che alla lotta politica"  Da questa premessa ideale è disceso nell'attualità storica della società italiana, prendendo spunto dall'ultimo rapporto Censis, ha evidenziato come il dibattito politico si è trasformato in un talk show televisivo, motivo per il quale emerge che "gli italiani sono affetti da sonnambulismo, assenza di coscienza critica, sonnambulismo come cifra delle reazioni collettive, di una maggioranza silenziosa" e la libertà di informazione utilizzata come manipolazione del consenso.  Augello cita a tal proposito una frase di Martin Luther King "Non ho paura delle parole dei violenti ma del silenzio degli onesti". E’ un messaggio quanto mai attuale. Ritrovare il coraggio di non restare più zitti e portati a girarci dall’altra parte in uno stato di ignavia o di onestà sonnambula di fronte alle vittime delle guerre e alle crudeltà della cronaca quotidiana; prosegue Augello che i padri costituenti, con viva memoria delle esperienze belliche della prima e seconda guerra mondiale, hanno affermato in modo solenne all'art.11 della Costituzione che "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali..".

               Altro aspetto in cui si realizza l'uguaglianza economica e sociale è la rimozione delle discriminazioni di tipo strutturale su base territoriale, rigurdanti materie come la sanità, la viabilità, la scuola. Come evidenzia lo stesso Augello con l'entrata in vigore dell'art.117 della Costituzione, i servizi essenziali essendo connessi ai diritti civili e sociali, devrebbero essere garantiti su tutto il territorio nazionale, come recita l'articolo 117, secondo comma, lettera m) della Costituzione.

               Prosegue Augello palesando i rischi di disparità di trattamento dei cittadini italiani,  riguardo all'applicazione effettiva dei cosidetti LEP (livelli essenziali di prestazioni) su tutto il territorio nazionale e riferendosi all'attualità della proposta elaborata dall'On.le Calderoli sull' autonomia differenziata dello Stato italiano, prevede che se questo disegno di riforma costituzionale venisse confermato, aumenterebbero le disuguaglianze tra regioni ricche e territori più poveri (lavoro presentato al Convegno "Franco Salvo, 40 anni dopo" cit. ).

               Ultimo relatore al citato Convegno è stato il prof. Giardina, anch' egli allievo del Prof. Salvo, il quale si è soffermato da un lato sull' affermazione dei diritti di libertà individuali nella cultura liberale, dall' altro sui diritti sociali nella dottrina socialista dello Stato, considerata come superamento di una visione liberale della politica in una prospettiva dinamica della storia sociale, risultante dalla tensione tra libertà politico-economiche e impegno per una giustizia sociale, facendo riferimento al citato l'art. 3 della Costituzione italiana. Lo stesso relatore distingue la dottrina del liberalismo politico dal liberismo economico, imperniato sulla libertà d’iniziativa economica, in cui lo Stato garantisce, con norme giuridiche, la libertà economica individuale e la tutela dei privilegi acquisiti e del profitto privato.

               Una questione fondamentale, prosegue il prof. Giardina, è stata per F. Salvo e rimane attuale il problema dell'educazione civile e politica degli insegnanti, quasi profeticamente il Prof. Salvo nell'introduzione ai "Diritti di Libertà" scrive: "Educatori e società stanno in un rapporto reciproco di causa e di effetto. La soluzione del problema di educare gli educatori appare storicamente affidata più all'insorgere di eventi politici rinnovatori che al risultato di una esclusiva azione di tecnica educativa" ( F. Salvo, op. cit. p.20 ).

        Confrontandosi con il presente della didattica scolastica, il prof. Giardina evidenzia come le disposizioni ministeriali sono orientate verso "una didattica delle competenze: competenza digitale, multilinguistica, imprenditoriale...un modello di scuola autoritaria e gerarchica", diversa dal metodo storico-critico dell'insegnamento della storia proposto da Salvo nella consapevolezza "non solo di ciò che siamo stati ma di ciò che siamo e facciamo nel presente" ( F. Salvo, op. cit. p.20 ).

               In tal senso il prof. Giardina nell'ispirazione di una fertile utopia trasmessa e accolta dal nostro tanto apprezzato professore Salvo, si ricollega al magistrale commento di Guido Calogero all'art.33, comma 1 della Costituzione, in cui viene ribadito il principio che "la scuola è di tutti", significando che occorre creare le condizioni per un effettivo diritto allo studio per tutti, anche per i giovani più svantaggiati economicamente e culturalmente.

               Compito di ogni autentica azione educativa, come riportato da un passo significativo del pensiero di Guido Calogero, citato dallo stesso prof. Salvo nel suo testo di educazione civica, acutamente richiamato dal prof. Giardina nel chiarire che l'insegnamento "non si risolve via negationis, ossia con una didattica del vuoto, ma appunto al contrario, via integrationis" (op. cit. p.200) per il tramite di un processo culturale di integrazione di ogni convincimento nello spirito di un libera discussione critica, senza dimenticare i contemporanei diritti delle convinzioni altrui (lavoro presentato al Convegno "Franco Salvo, 40 anni dopo" cit.).

               A chiusura del Convegno sono intervenuti alcuni liceali ponendo ai relatori domande e riflessioni sull' attualità dell'insegnamento del Prof. Salvo in relazione alle questioni socio-politiche presenti, come le guerre in corso e sul diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero.

               A chiusura del Convegno, sono state lette dal prof. Pippo Macaluso alcune lettere scritte dal prof. Salvo durante la prigionia in Algeria (1943-1944) indirizzate alla moglie Gemma Barcellona, quando venne deportato come prigioniero di guerra dalle forze alleate durante la II Guerra Mondiale.

               In queste pagine, all'angoscia personale di Franco Salvo, si aggiungeva lo sgomento nell' assistere tra i commilitoni prigionieri al disorientamento chiassoso di approvazione e riprovazione di Mussolini e del fascismo; in questo contesto scrive queste lettere di intima confidenza alla moglie in cui scopriamo un animo gentile ma sorprende, per noi che conosciamo il pensiero marxista del professore Salvo, la ricerca di un senso autentico della vita che si svela nella legge dell' amore "in tutte le sue forme, gli uomini ritrovano se stessi al senso della vita. Solo quando si superano tutte le barriere della solitudine e ci si apre al segreto di altre coscienze....la legge dell'Amore è quel legame esplicito tra l'umanità e l'universalità degli uomini, quel senso di pace che è proprio delle aspirazioni essenziali dello spirito che si manifesta negli affetti....nel leggere nell'occhio dell'allievo la mia stessa commozione; nel guardare una notte stellata cerco di penetrare il significato di questi mondi che da millenni girano sopra di me; sforzo di penetrare l'opacità della materia e svelare qualcosa del suo segreto quando mi pongo in un atteggiamento di simpatia docile verso le cose in una indefinita comunione, allora capisco come si può dire frate sole e sorella acqua, unico rapporto possibile dell'uomo con Dio " ( Convegno "Franco Salvo, 40 anni dopo" cit.).

               A postilla di questo convegno a cui ho partecipato con tanta commozione, mi sentirei di esprimere con una metafora di aver assistito ad un concerto a più voci in cui il maestro d' orchestra invisibile è stato il Prof. Franco Salvo.

       Nel 1983, ai suoi funerali la chiesa di Regina Pacis era gremita di tante persone, ex alunni, professori, persone comuni di ogni stato sociale, convinzione politica e religiosa, ma accomunati da tanta riconoscenza per l'umanità e il rispetto che Franco Salvo trasmetteva ai suoi interlocutori, dal preside al bidello, all'alunno, sia bravo che ignorante e alle tante persone che lo hanno conosciuto.

 

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