di Rosario
Ales
In occasione del quarantennale dalla morte del professore di Storia e Filosofia Franco Salvo, alcuni alunni ed ex alunni, non più giovani del Liceo Umberto I di Palermo, hanno avvertito la necessità non soltanto di rendergli omaggio con un convegno svoltosi il 15 dicembre 2023 nella stessa scuola dove ha insegnato, ma soprattutto un momento di riflessione e di commento ad alcune pagine memorabili da lui scritte, tratte dal libro cult per quei tempi su cui hanno studiato generazioni di studenti, con una impostazione didattica innovativa dell'educazione civica "I Diritti di Libertà" nel percorso storico "Dalla Magna Charta alla Costituzione Italiana", edito per la prima volta nel 1959.
Un manuale pensato per introdurre i giovani delle scuole superiori allo studio della Costituzione Italiana, spiegando l' evoluzione dei diritti umani in una prospettiva storica, novità assoluta nel panorama della manualistica scolastica di quegli anni, testo scolastico che veniva proposto agli studenti del liceo ad integrazione del manuale di storia dal titolo La città dell'uomo di Salvo, Rotolo, 1966, di cui negli anni successivi vennero redatte altre edizioni (Salvo, Rotolo, Benvenuti 1976, 1980).
I
lavori del Convegno sono stati introdotti da un giovane studente, maturatosi al
Liceo Umberto Rolando Pezzati, che si è fatto ispirare da alcune brevi ma significative
affermazioni del professore Salvo tratte dal libro di educazione civica "I
Diritti di Libertà": "Nel dialogo ragionato maturano le certezze,
si verificano le convinzioni, si abbandonano i pregiudizi, si scopre il limite
di ogni intolleranza civile e culturale" ; lo stesso studente ha
evidenziato come le materie di educazione civica e storia che ha insegnato il
prof. Salvo costituiscono per le giovani generazioni, ancora oggi, un
riferimento allo studio dei diritti di libertà, ai valori della democrazia, un'
eredità di principi e valori da trasmettere e rinnovare nel presente. (L'eco
dell'Umberto - fonte audiovisiva "Franco Salvo, 40 anni dopo" trasmessa
in streaming su You Tube).
Ha
svolto da moderatrice la conduzione del Convegno la prof.ssa Livia Romano,
anch' essa è stata alunna al Liceo Classico Umberto I di Palermo nella sezione
C, scuola dove insegnò il professore Salvo dal 1945 al 1981. La stessa Romano
nel suo intervento ha delineato i tratti più significativi del profilo
biografico e formativo di Franco Salvo dal punto di vista esistenziale e
culturale nello sviluppo del suo lavoro storico-critico e nel fervido impegno
didattico (lavoro presentato al Convegno "Franco Salvo, 40 anni
dopo" cit.).
A questo convegno sono intervenuti e hanno
dialogato con gli studenti oltre la prof.ssa Livia Romano, la prof.ssa Daniela
Musumeci, l'Avv. Antonio Brucoli, il prof. Augello Raimondo,
il prof. Francesco Giardina e il prof. Pippo Macaluso che ha
letto alcune lettere del prof. Salvo indirizzate alla moglie Gemma Barcellona, scritte durante la II Guerra Mondiale
quando nel 1943 fu fatto prigioniero dalle forze alleate e deportato per due
anni in Africa (Algeria) nella triste situazione di prigioniero di guerra e
proprio in questo periodo Franco Salvo matura una diversa visione del mondo,
aderendo al materialismo storico e al marxismo "visse una crisi
esistenziale e religiosa: superato il cattolicesimo, aderì al marxismo,
divenendo ateo, comprese il valore educativo della memoria storica e l’urgenza
di un impegno politico e culturale in vista della costruzione di una società
democratica." ( Livia Romano - Il professore Franco Salvo. Un
maestro dei diritti di libertà a Palermo nella seconda metà del Novecento - AA.VV.
Itaca, 2018 © Pensa MultiMedia Editore
).
Nel suo intervento la prof.ssa Romano ha ribadito come il prof. Salvo visse l'insegnamento come missione laica orientata a formare le nuove generazioni alla libertà, alla responsabilità e ai principi fondanti della Costituzione; durante le sue lezioni "spiegava i diritti di libertà entro una prospettiva storica", che considerava la più adeguata ad insegnare l'educazione civica.
Nell'esperienza
personale dello scrivente e della stessa
Romano e di tanti suoi allievi, Franco Salvo fu "un educatore autorevole,
ma mai autoritario, una figura rappresentativa della scuola palermitana negli
anni del secondo dopoguerra."(cit. Romano 2018) Negli anni delle
contestazioni studentesce, ben lungi dall'essere un cattivo maestro che
ispirasse alla lotta armata, "formava le loro coscienze alla
riflessione, all'impegno socio-politico e ad esercitare, attraverso la
partecipazione attiva, il controllo nei confronti delle istituzioni
politiche." (cit. Romano 2018).
Gli
argomenti individuati dai relatori si richiamavano ad alcuni passi del libro di
educazione civica di Franco Salvo “I Diritti di Libertà” nel confronto con
l'attualità dei diritti dell' uomo nella realtà storica di oggi con particolare
riferimento ai principi della Costituzione. La Prof.ssa Musumeci, pur non avendo
avuto F. Salvo come insegnante, ha sviluppato il profilo del Professore come
intellettuale di sinistra e come storico in relazione all'evoluzione dei
diritti civili, sociali e politici. Iniziando la sua riflessione da un
presupposto filosofico, ha citato un' allieva di Marcuse la filosofa Angela
Davis "l'identità si costruisce giorno per giorno attraverso relazioni
sociali, quindi origine storica oltre che genetica, intersezione di diversi
fattori: sesso, lingua, religione, orientamento politico-culturale, classe
sociale..." (lavoro presentato al Convegno "Franco Salvo, 40
anni dopo" cit. ) richiamando
una dinamica nell'esercizio della libertà, affermata dallo stesso Professore
Salvo, come processo di "liberazione da ogni forma storica di servitù
civile, sociale e politica" ( p.20 F. Salvo - I diritti di libertà Palumbo, 1974).
La
stessa Musumeci ha colto del professore Salvo il metodo storico afferente il
paradigma della complessità, la valorizzazione delle differenze, la visione
geo-politica della storia mondiale e nazionale, la responsabilità
storico-critica dell' intellettuale e l'ancoraggio a una visione marxista della
storia.
Con riferimento alla Costituzione italiana la prof.ssa Musumeci ha evidenziato come sono rimaste disattese dalla politica neoliberista le dichiarazioni formali sancite dalla Costituzione all' art.3 riguardante il principio di uguaglianza e per altro aspetto l' articolo 11; riferendosi al presente storico si è ricollegata a rilevanti documenti sui diritti dell'uomo, proclamati ma nella prassi non completamente regolamentati dai Paesi firmatari, come la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea denominata la Carta di Nizza, la Convenzione di Istanbul del 2011 sulla prevenzione, protezione e condanna della violenza contro le donne e la violenza domestica e la Carta di Lampedusa dell' 1 febbraio 2014 sulle attività connesse alla prima assistenza ed accoglienza delle persone migranti.
Successivamente
al sopra menzionato Convegno è intervenuto l' Avv. Antonio Brucoli il quale si
è soffermato sull' ordinamento dello Stato italiano fondato sul principio
repubblicano e democratico, richiamando anche il principio di eguaglianza
formale e sostanziale sancito dall' art.3, comma 2 della
Costituzione, a cui il professore Salvo
era particolarmente sensibile, avendo la finalità di promuovere l'eguaglianza
sostanziale per quel complesso di diritti ordinariamente chiamati diritti
sociali, per distinguerli dai diritti di libertà, detti anche diritti
individuali "ascrivibili all'individuo, diritti di libertà nei confronti
dello Stato" (lavoro presentato al Convegno "Franco Salvo, 40
anni dopo" cit. ) come il diritto di proprietà e di libertà economica
promosse dallo Stato liberale in tensione dialettica con la democrazia sociale
che sostiene i diritti sociali proclamati dalla Costituzione come i diritti
all' istruzione, al lavoro, alla salute e alla giustizia.
Lo stesso Avv. Brucoli ha richiamato alcuni
riferimenti teorici che il professore Salvo citava a lezione come la nozione di
sovranità popolare ricollegandosi al concetto di volontà generale
in Jacques Rousseau, spettando al popolo sovrano il controllo dello Stato e le
decisioni politiche e civili dovranno essere prese dalla volontà generale. Lo
stesso ha accennato ad alcuni aspetti storico-costituzionali
dell'organizzazione dello Stato Italiano, secondo il principio della
separazione dei poteri: il potere legislativo attribuito al Parlamento (in
virtù del principio del bicameralismo paritario voluto dai costituenti), al
governo spetta il potere esecutivo, mentre la magistratura, indipendente
dall'esecutivo e dal potere legislativo, esercita il potere giudiziario.
La
conduttrice del Convegno, la prof.ssa Romano ha accolto con viva commozione
l'intervento del prof. Beppe Cipolla, prima allievo di Franco Salvo e poi
genero, avendo sposato la figlia Giusi. La sua testimonianza ci ha mostrato un
profilo particolare di Salvo, come uomo e come intellettuale laico,
rappresentandolo nella sua umanità e nella sua interiorità, raccontando del
passato di giovane studente impegnato nel periodo fascista come dirigente
dell'Azione cattolica, l'assimilazione della pedagogia di Fazio-Allmayer, di
cui divenne allievo e amico; dopo la laurea la crisi esistenziale durante
prigionia in cui maturò l'adesione al marxismo. (Convegno "Franco
Salvo, 40 anni dopo" cit.)
Beppe Cipolla ricorda la frase di S. Agostino “In interiore homine habitat veritas”,
che spesso veniva citata da Salvo, interiorità intesa non nel senso di chiusura
in se stessi, ma come ricerca che facciamo dentro di noi, verità che si muove
nella polarità dello stato di coscienza soggettivo di certezza o dubbio, che
per Salvo come per S. Agostino significava rendersi consapevoli nel presente ai
grandi processi storici.
Un altro aspetto del prof. Salvo è esemplare,
come ha ricordato lo stesso Cipolla, il rispetto genuino per la dignità della
persona, quel senso di umanità "quella fiammella che alberga in
ciascuno di noi"; atteggiamento che ritrova nel giudice G. Falcone (
libro intervista con M. Padovani "Cose di Cosa Nostra" ed.Rizzoli ) quando
interrogava gli imputati di mafia attingendo a quella scintilla di umanità, di
verità presente in ogni uomo (* lo stesso Falcone ha avuto F. Salvo come
insegnante di Storia e Filosofia al Liceo Umberto I e lo considerava un "maestro di vita e
di formazione" ).
Altra lezione di Franco Salvo era
l' espressione «Parigi non vale una messa» cioè la propria dignità su
quello in cui si crede, la difesa dei propri valori non sono vendibili in
nessun momento, "la sua coerenza era il suo modo di essere nel rispetto
per l' altro" e lo stesso Cipolla ha ricordato un aneddoto che
"quando ai funerali del Prof. Salvo lo ha raggiunto un suo ex compagno di
classe, un tale Sergio, che di studiare a scuola non voleva sentir parlare, gli
disse che per lui il Professore Salvo è stato l'unico che lo ha trattato con
dignità come uomo." Anche nelle
interrogazioni di storia e filosofia, Salvo "non cercava i limiti
dell'alunno ma valorizzava gli elementi positivi, su cui evidentemente poteva
contare". In conclusione il genero del prof. Salvo ha raccontato un episodio di vita privata di
quando Salvo, sdraiato di fronte al cielo stellato, rievocava il celebre
epitaffio di
I. Kant “Il Cielo Stellato Sopra di me, la legge morale dentro di me”
(Convegno "Franco Salvo, 40 anni dopo" cit.).
Nel successivo intervento al
suddetto Convegno, il prof. Augello ha rievocato un significato alto della
democrazia per i greci, riferendosi a Pericle ha prospettato ai fini
dell'educazione del popolo l' importanza del giudizio estetico, considerato
come capacità di giudizio su ciò che si andava a votare e che si concretizzava
nel distinguere il bello dal brutto, affermando che "in democrazia
bisognerebbe educare le persone al bello, prima ancora che alla lotta
politica" Da questa premessa ideale
è disceso nell'attualità storica della società italiana, prendendo spunto
dall'ultimo rapporto Censis, ha evidenziato come il dibattito politico si è
trasformato in un talk show
televisivo, motivo per il quale emerge che "gli italiani sono affetti da
sonnambulismo, assenza di coscienza critica, sonnambulismo come cifra delle
reazioni collettive, di una maggioranza silenziosa" e la libertà di
informazione utilizzata come manipolazione del consenso. Augello cita a tal proposito una frase di
Martin Luther King "Non ho paura delle parole dei violenti ma del
silenzio degli onesti". E’ un messaggio quanto mai attuale. Ritrovare
il coraggio di non restare più zitti e portati a girarci dall’altra parte in
uno stato di ignavia o di onestà sonnambula di fronte alle vittime delle guerre
e alle crudeltà della cronaca quotidiana; prosegue Augello che i padri
costituenti, con viva memoria delle esperienze belliche della prima e seconda
guerra mondiale, hanno affermato in modo solenne all'art.11 della Costituzione
che "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà
degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali..".
Altro aspetto in cui si realizza
l'uguaglianza economica e sociale è la rimozione delle discriminazioni di tipo
strutturale su base territoriale, rigurdanti materie come la sanità, la
viabilità, la scuola. Come evidenzia lo stesso Augello con l'entrata in vigore
dell'art.117 della Costituzione, i servizi essenziali essendo connessi ai
diritti civili e sociali, devrebbero essere garantiti su tutto il territorio
nazionale, come recita l'articolo 117, secondo comma, lettera m) della
Costituzione.
Prosegue Augello palesando i
rischi di disparità di trattamento dei cittadini italiani, riguardo all'applicazione effettiva dei
cosidetti LEP (livelli essenziali di prestazioni) su tutto il territorio
nazionale e riferendosi all'attualità della proposta elaborata dall'On.le
Calderoli sull' autonomia differenziata dello Stato italiano, prevede che se
questo disegno di riforma costituzionale venisse confermato, aumenterebbero le
disuguaglianze tra regioni
ricche e
territori più poveri (lavoro presentato al Convegno "Franco Salvo, 40
anni dopo" cit. ).
Ultimo relatore al citato
Convegno è stato il prof. Giardina, anch' egli allievo del Prof. Salvo, il
quale si è soffermato da un lato sull' affermazione dei diritti di libertà
individuali nella cultura liberale, dall' altro sui diritti sociali nella
dottrina socialista dello Stato, considerata come superamento di una visione liberale
della politica in una prospettiva dinamica della storia sociale, risultante
dalla tensione tra libertà politico-economiche e impegno per una giustizia
sociale, facendo riferimento al citato l'art. 3 della Costituzione italiana. Lo
stesso relatore distingue la dottrina del liberalismo politico dal liberismo
economico, imperniato sulla libertà d’iniziativa
economica, in cui lo Stato garantisce, con norme giuridiche, la libertà
economica individuale e la tutela dei privilegi acquisiti e del profitto
privato.
Una questione fondamentale,
prosegue il prof. Giardina, è stata per F. Salvo e rimane attuale il problema
dell'educazione civile e politica degli insegnanti, quasi profeticamente il
Prof. Salvo nell'introduzione ai "Diritti di Libertà" scrive: "Educatori
e società stanno in un rapporto reciproco di causa e di effetto. La soluzione
del problema di educare gli educatori appare storicamente affidata più
all'insorgere di eventi politici rinnovatori che al risultato di una esclusiva
azione di tecnica educativa" ( F. Salvo, op. cit. p.20 ).
Confrontandosi con il presente della
didattica scolastica, il prof. Giardina evidenzia come le disposizioni
ministeriali sono orientate verso "una didattica delle competenze:
competenza digitale, multilinguistica, imprenditoriale...un modello di scuola
autoritaria e gerarchica", diversa dal metodo storico-critico
dell'insegnamento della storia proposto da Salvo nella consapevolezza "non
solo di ciò che siamo stati ma di ciò che siamo e facciamo nel presente"
( F. Salvo, op. cit. p.20 ).
In tal senso il prof. Giardina
nell'ispirazione di una fertile utopia trasmessa e accolta dal nostro tanto
apprezzato professore Salvo, si ricollega al magistrale commento di Guido
Calogero all'art.33, comma 1 della Costituzione, in cui viene ribadito il
principio che "la scuola è di tutti", significando che occorre
creare le condizioni per un effettivo diritto allo studio per tutti, anche per
i giovani più svantaggiati economicamente e culturalmente.
Compito di ogni autentica azione
educativa, come riportato da un passo significativo del pensiero di Guido
Calogero, citato dallo stesso prof. Salvo nel suo testo di educazione civica,
acutamente richiamato dal prof. Giardina nel chiarire che l'insegnamento
"non si risolve via negationis, ossia con una didattica del vuoto,
ma appunto al contrario, via integrationis" (op. cit. p.200) per
il tramite di un processo culturale di integrazione di ogni convincimento nello
spirito di un libera discussione critica, senza dimenticare i contemporanei
diritti delle convinzioni altrui (lavoro presentato al Convegno "Franco
Salvo, 40 anni dopo" cit.).
A chiusura del Convegno sono
intervenuti alcuni liceali ponendo ai relatori domande e riflessioni sull'
attualità dell'insegnamento del Prof. Salvo in relazione alle questioni
socio-politiche presenti, come le guerre in corso e sul diritto di manifestare
liberamente il proprio pensiero.
A chiusura del Convegno, sono
state lette dal prof. Pippo Macaluso alcune lettere scritte dal prof. Salvo durante
la prigionia in Algeria (1943-1944) indirizzate alla moglie Gemma Barcellona,
quando venne deportato come prigioniero di guerra dalle forze alleate durante
la II Guerra Mondiale.
In queste pagine, all'angoscia
personale di Franco Salvo, si aggiungeva lo sgomento nell' assistere tra i
commilitoni prigionieri al disorientamento chiassoso di approvazione e
riprovazione di Mussolini e del fascismo; in questo contesto scrive queste
lettere di intima confidenza alla moglie in cui scopriamo un animo gentile ma
sorprende, per noi che conosciamo il pensiero marxista del professore Salvo, la
ricerca di un senso autentico della vita che si svela nella legge dell' amore
"in tutte le sue forme, gli uomini ritrovano se stessi al senso della
vita. Solo quando si superano tutte le barriere della solitudine e ci si apre
al segreto di altre coscienze....la legge dell'Amore è quel legame esplicito
tra l'umanità e l'universalità degli uomini, quel senso di pace che è proprio
delle aspirazioni essenziali dello spirito che si manifesta negli
affetti....nel leggere nell'occhio dell'allievo la mia stessa commozione; nel
guardare una notte stellata cerco di penetrare il significato di questi mondi
che da millenni girano sopra di me; sforzo di penetrare l'opacità della materia
e svelare qualcosa del suo segreto quando mi pongo in un atteggiamento di
simpatia docile verso le cose in una indefinita comunione, allora capisco come
si può dire frate sole e sorella acqua, unico rapporto possibile
dell'uomo con Dio " ( Convegno "Franco Salvo, 40 anni dopo" cit.).
A postilla di questo convegno a
cui ho partecipato con tanta commozione, mi sentirei di esprimere con una
metafora di aver assistito ad un concerto a più voci in cui il maestro d'
orchestra invisibile è stato il Prof. Franco Salvo.
Nel 1983, ai suoi funerali la chiesa di
Regina Pacis era gremita di tante persone, ex alunni, professori, persone
comuni di ogni stato sociale, convinzione politica e religiosa, ma accomunati
da tanta riconoscenza per l'umanità e il rispetto che Franco Salvo trasmetteva
ai suoi interlocutori, dal preside al bidello, all'alunno, sia bravo che
ignorante e alle tante persone che lo hanno conosciuto.
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